Cciaa: La mortalità delle imprese artigiane in Calabria
L’Ufficio studi della Camera di commercio di Crotone, che da 20 anni gestisce il locale osservatorio economico, si ripropone punto di osservazione dell’economia regionale elaborando i dati del settore Artigiano ed in particolare i dati Movimprese sulla natalità e mortalità delle imprese artigiane a livello regionale. Nel corso del 2016, il saldo annuale tra iscrizioni e cessazioni di imprese artigiane nella Regione Calabria, è stato di -285 unità. A determinarlo hanno concorso 1.837 iscrizioni di nuove imprese (solo 9 in più rispetto alla stessa rilevazione del 2015) e 2.122 cessazioni di imprese esistenti (dato al netto delle cancellazioni d’ufficio).
Per le iscrizioni si tratta di un dato migliorativo rispetto agli ultimi due anni, bilanciato da una riduzione delle cessazioni d’impresa, anche al netto delle cancellazioni d’ufficio, che fa comunque registrare un buon tasso di crescita (5,43%), ampiamente vanificato da un tasso di cessazione del 6,27%. Guardando alle forme giuridiche, in termini assoluti la diminuzione del saldo è da ascrivere alle ditte individuali che presentano una perdita di 253 imprese rispetto alla rilevazione anno 2015, facendo registrare un tasso di crescita negativo pari al -0,89% ed alle società di persone (-107 unità, ed un tasso di sviluppo negativo pari a -2,50%).
Saldi positivi fanno registrare le società di capitali che con 74 imprese in più rispetto alla precedente rilevazione, presentano un tasso di crescita pari al 6,70%. Le altre forme, sostanzialmente cooperative e consorzi, con un saldo di appena 1 impresa fanno registrare un tasso di sviluppo pari allo 0,74%.
“Analizzando i dati regionali riguardanti le imprese artigiane si nota ancora una certa difficoltà ad agganciare il lento treno della ripresa. Tutte le province, infatti, fanno registrare un saldo negativo – è il commento del Presidente della Camera di commercio di Crotone Alfio Pugliese – A soffrire sono soprattutto le ditte individuali che manifestano una certa fragilità nel fronteggiare una situazione critica che ormai si trascina da anni. Tale debolezza è imputabile non solo alla gestione che spesso è a conduzione familiare ma soprattutto alla mancanza di volontà del sistema creditizio ad accompagnare le piccole imprese nel processo di consolidamento e di radicamento sui mercati. Aumentano, invece, le società di capitali, attestando un maggiore orientamento alla scelta di forme giuridiche più solide. Per ciò che riguarda, invece, i settori di attività, ad accusare i contraccolpi della crisi sono soprattutto i settori Edile e manifatturiero, a vantaggio del terzo settore che, invece, fa registrare anche tassi di sviluppo positivi”.
L’analisi di dettaglio dei principali indicatori della nati-mortalità delle imprese nella nostra Regione per il 2016, mostra che il saldo negativo regionale, è influenzato soprattutto dai tassi di crescita negativi registrati dalle imprese artigiane del Crotonese (-1,80%), del Catanzarese (-1,07%) e del Cosentino (-1,03%); a seguire, la provincia di Reggio Calabria (-0,31%) e la provincia di Vibo Valentia, con un tasso di crescita pari al -0,27%. Nessuna delle province calabresi registra un tasso di sviluppo positivo per le imprese artigiane. Riepilogo dei principali indicatori di nati-mortalità delle imprese artigiane nel 2016 per province.
Oltre il 60% delle imprese artigiane regionali hanno sede nelle province di Cosenza (35,5%) e Reggio Calabria (29%); il 19% delle imprese artigiane calabresi sono dislocate in provincia di Catanzaro; a seguire con l’8,9% la provincia di Crotone e con il 7,6% la provincia di Vibo Valentia. Circa la forma giuridica le attività imprenditoriali artigiane della nostra Regione rimangono rappresentate prevalentemente da ditte individuali, che rappresentano ben l’ 83,6% del tessuto imprenditoriale dell’intera Calabria.
A seguire, le società di persone, che rappresentano il 12,1% del totale delle imprese; le società di capitali con il 3,6% del totale. Più contenuta invece è la percentuale delle altre forme giuridiche, sostanzialmente società cooperative e consorzi, che rappresentano solo lo 0,4% del tessuto imprenditoriale regionale. Il saldo negativo è da imputare principalmente alle Imprese edili (-124 aziende); a seguire le Imprese del manifatturiero (-102 unità); e le Attività Commerciali (-52 imprese); Trasporto e magazzinaggio (-33 unità); Agricoltura, silvicoltura e pesca ( -32 unità); Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-21 imprese); Attività professionali, scientifiche e tecniche (-20 imprese). Più contenuto il saldo negativo dei Servizi di informazione e comunicazione (-9 imprese).
Tra i saldi positivi Altre attività di servizi (+73 imprese); le Imprese non classificate (+17 unità) e Noleggio, agenzie di viaggio, servizi (+16 imprese). Sostanzialmente stabili i restanti comparti. Il tessuto imprenditoriale artigiano calabrese è composto in misura prevalente da imprese che operano in attività di tipo tradizionale ed in particolare, il 30% nelle Costruzioni; il 24,7% degli imprenditori artigiani della Regione operano nel settore Manifatturiero; il 16,9% in Altre attività di servizi e l’ 11,2% nel Commercio.
Esigua la percentuale degli altri settori, per i quali si registra il 5,6% per le attività del comparto turistico e della ristorazione; il 4,7% nel Trasporto e magazzinaggio. I restanti settori, rappresentano il 5,5% dello stock delle imprese artigiane calabresi al 31 dicembre 2016. I dati completi sono disponibili sul sito web della Camera di Commercio di Crotone (www.kr.camcom.gov.it) e sul sito della rete degli uffici Studi e Statistica camerali (www.starnet.unioncamere.it) alla sezione Territorio- Crotone.