Referendum sui vaucher, PcI di Crotone invita a votare Sì
Due SÌ, per abolire i voucher e per reintrodurre la responsabilità solidale negli appalti: questo è l’impegno che il Comitato Federale del Partito Comunista Italiano si è assunto il 3 marzo, in merito alla prossima campagna referendaria.
I due quesiti, promossi dalla CGIL, chiameranno – in data ancora da definirsi – il popolo a pronunciarsi in materia di lavoro, e la vittoria del doppio SÌ restituirebbe ai lavoratori alcune delle tutele venute meno con le politiche del governo Renzi.
“I due referendum sono abrogativi, per cui sarà indispensabile raggiungere il quorum” ha ricordato il Segretario Federale del PCI, Saverio Valenti, durante l’incontro con gli altri membri del Comitato Federale e con il Segretario generale della CGIL Crotone, Raffaele Falbo. “Mobilitare per il voto gli italiani delusi dal Jobs Act, dalla Riforma Fornero e dalle altre scellerate riforme del lavoro a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi, e superare il quorum – ha detto - sarà una grande vittoria politica e un segno forte da parte del popolo”.
Falbo ha ringraziato il PCI per il sostegno in favore dei due SÌ, e ha rilevato quanto sia importante che finalmente il tema del lavoro stia tornando al centro del dibattito politico. “È stato necessario ricorrere allo strumento dei referendum” ha affermato “vista l’assenza, in questo momento, di interlocutori validi in Parlamento. Nessun partito ha voluto condurre questa lotta politica in favore dei lavoratori”.
Il massimo coinvolgimento popolare, e l’affermazione della volontà popolare attraverso lo strumento diretto del referendum, in questo momento è di vitale importanza, per affermare l’urgenza di riforme serie sul lavoro. L’abolizione dei voucher costringerà la politica a rielaborare nuovi strumenti per sconfiggere il lavoro nero senza privare i lavoratori delle loro tutele.
Infatti, proprio i voucher che nascono nel mondo agricolo per combattere il caporalato, sono diventati strumento di sfruttamento e una sorta di legalizzazione dello stesso lavoro nero. Inoltre, a beneficiare dei voucher (che inquadrano i lavoratori in forme di lavoro legali eppure profondamente ingiuste, precarie al massimo, prive di tutele essenziali come malattia e maternità, prive di una vera e propria “busta paga”, indispensabile per far fronte a mutui, prestiti e acquisti rateali) sono anche grandi aziende e multinazionali e non certo i piccoli agricoltori per cui lo strumento dei voucher era stato pensato.
“Tutte le riforme del lavoro degli scorsi anni hanno avuto l’unico obiettivo di precarizzare sempre di più il lavoro, rendendo i lavoratori sempre più incerti sui propri diritti e sulla possibilità di rivendicarli, sempre più costretti a svendere la propria forza lavoro, spesso molto qualificata, per far fronte alla grande emergenza rappresentata dalla disoccupazione” ha puntualizzato il Segretario Federale della FGCI, Alessandro Sagliano.
“Questo – ha aggiunto - vale per gli adulti ma anche per i giovani e giovanissimi, che vedono davanti a sé un futuro sempre più incerto e drammatico. Per far fronte a queste stesse problematiche, la FGCI ha lanciato la campagna nazionale Lavorare meno per lavorare tutti, tra i cui punti rientra l’abolizione del voucher”.
Il PCI non può dunque che sostenere la CGIL in questa campagna referendaria per i due SÌ, con l’augurio che un segno forte da parte del popolo torni a mettere il lavoro prepotentemente al centro dell’agenda governativa e del dibattito politico.