DonGocò, il rapper psicologo che racconta la disabilità mentale con l’Hip Hop
Antonio Turano, in arte DonGocò, è un rapper originario di Roggiano Gravina che si appassiona al rap dalla fine degli Anni '80. Poi come tutti i colleghi musicisti inizia a frequentare le serate hip hop, sale sui palchi per i primi concerti e registra le prime tracce che diventano dischi.
Ma cosa lo differenzia dalla maggior parte dei colleghi? Antonio è riuscito a coniugare la sua passione musicale con il percorso professionale, inaugurando l'applicazione pratica di quella che lui stesso ha chiamato “ArteteRAPia”.
Se di notte lo potete trovare con la sua band in diverse serate musicali, di giorno è un valido professionista psicologo arteterapeuta. Nella sua attività si divide tra studio, centri diurni, comunità e altri laboratori di scrittura e incisione, che tiene con ogni tipo di utenza che abbia una diagnosi patologica o, come suggerisce nel titolo del suo ultimo disco una “Conclamata Normalità”.
Nell'ultimo video ThisAbility, il titolo in primis fa leva su un gioco di parole nel quale basta una maiuscola per passare da “incapacità” a “questa capacità”. Questo sottolinea metaforicamente come in ogni disabilità siano contenute delle abilità, sulle quali si dovrebbe mettere il focus per non identificare la persona solo con la sue “mancanze”, ma, evidenziando e sviluppandone le risorse.
Laureato nel 2009 in Psicologia Clinica presso La Sapienza di Roma, segue un master in Artiterapie ad orientamento psicofisiologico integrato e una scuola internazionale di psicoterapia nel setting istituzionale. Se la musicoterapia e l'arteterapia sono discipline affermate già da decine di anni, l'utilizzo delle rime e del rap con tutte le sue caratteristiche, non sono altro che una declinazione di queste pratiche.
E se “il male mentale è una tematica impopolare” è possibile creare le condizioni perché nessuno risulti diverso? Nel video, girato da Gianfranco Sposato nella casa famiglia Oikos che ospita adulti affetti da autismo e ritardo mentale grave, il rapper-psicologo assieme ad ospiti e operatori svolge una normalissima giornata nella quale, ponendo l’obiettivo sulle capacità di ognuno è impossibile distinguere i “normali” dai “disabili”.