Emigranti, discendenti catanzaresi chiedono un riconoscimento alla città
I cittadini di Catanzaro, discendenti di alcuni emigrati negli anni successivi alla proclamazione dell’unità d’Italia, hanno chiesto la menzione di “emigranti dell’unità d’Italia” nella toponomastica con lo scopo di ricordare i cittadini, costretti appunto a lasciare la loro terra, specialmente oltreoceano, per cercare fortuna altrove.
La richiesta – spiegano gli stessi promotori - è motivata dal fatto che l’emigrazione, “interessando circa una famiglia su cinque, come per il resto del sud Italia, è stata di portata biblica. L’emigrazione è stata spesso senza ritorno ed ha creato gravissime sofferenze anche ai parenti rimasti a Catanzaro”.
È stata questa una scelta obbligata, frutto del peggioramento delle condizioni economiche a causa della mancata distribuzione delle terre ai contadini, così come dell’aumento delle tasse e della coscrizione obbligatoria fino a sei anni.
“E’ stata una scelta alternativa al brigantaggio – proseguono i cittadini sottoscrittori - vista la impossibilità di esprimere una opposizione democratica alle modalità di attuazione dell’unità d’Italia fino alla proclamazione per più volte dello stato d’assedio. Ha diretta e attuale influenza sulla condizione economica e sociale di molte famiglie catanzaresi e non ha avuto ancora un netto riconoscimento nella storia della formazione dell’unità d’Italia per come è stata raccontata e per come è insegnata nelle scuole”.
I cittadini si dicono poi convinti che l’atto fondante di ogni nazione “necessita di una verità storica che sia condivisa e che comprenda tutti gli attori dello stesso, siamo certi che la richiesta verrà vagliata con la massima attenzione anche come contributo alla completezza di quella verità storica di cui anche (ma non solo) gli emigranti dell’unità d’Italia sono soggetti importanti quanto ancora dimenticati”.
I sottoscritti fanno così sapere di aver fatto proprio “e in toto” il discorso del Presidente della Repubblica tenuto a Reggio Emilia, nel corso della inaugurazione delle manifestazioni per il 150° dell’unità d’Italia. La richiesta di oggi, sottolineano infine, “ha il solo scopo del riconoscimento nella sua attuazione delle sofferenze dei propri antenati e degli emigrati tutti. Essa non ha altra interpretazione che questa sopracitata e non vuole essere né politica né assimilabile ad altri scopi".