Stop del Tar a Polo Fieristico, Fiorita: “emblema dell’approssimazione di Abramo”
«L’ennesimo, ma per nulla sorprendente, stop imposto dai giudici amministrativi del Tar all’appalto del Centro Espositivo Fieristico dimostra, nel migliore dei casi, l’approssimazione con la quale si muove la giunta Abramo nelle gestione della cosa pubblica».
E’ quanto dichiara Nicola Fiorita, candidato a sindaco per la coalizione civica composta da Cambiavento, Catanzaro 1594 e Insieme per Fiorita.
«Volendo per un attimo tralasciare altri analoghi “impicci” che ancora bloccano il rifacimento di altre importanti opere pubbliche come lo stadio (sul quale ci riserviamo un ulteriore approfondimento) ed i campi da tennis comunali di Pontepiccolo – sottolinea Fiorita - la vicenda del Polo Fieristico presenta delle peculiarità del tutto paradossali che meritano di essere succintamente rammentate. Il Tar, come detto, accogliendo la richiesta di una delle ditte escluse, ha annullato l’aggiudicazione della gara in un bando dall’iter a dir poco travagliato”.
“Già a novembre scorso – aggiunge - il Comune aveva dovuto effettuare una prima rettifica della gara escludendo una delle ditte concorrenti. Successivamente, Il 27 dicembre, la commissione di gara aveva concluso le operazioni aggiudicando la gara al raggruppamento Sa.Mi. Due giorni dopo, però, era stata riammessa la società precedentemente esclusa ed il nuovo verbale, redatto nell’occasione, si era chiuso aggiudicando la gara proprio alla ditta appena riammessa”.
“Da qui – ricorda il candidato a sindaco - il ricorso al Tar presentato dalla Sa.Mi e oggi accolto. Ma a rendere ancor più intricata la vicenda, alle questioni amministrative si sommano anche quelle attualmente al vaglio della Procura penale con due diversi esposti che giacciono sulle scrivanie del Palazzo di Giustizia. Una delle ditte che compongono l’ATI vincitrice dell’appalto, la Condotte srl, è stata infatti sequestrata nell’ambito dell’inchiesta congiunta delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro sul cartello di 50 imprese, riconducibili ai due gruppi imprenditoriali Barbieri e Bagalà, che si divideva la torta degli appalti pubblici in Calabria con quasi 200 milioni di euro tra il 2013 e il 2016 che sarebbero stati gestiti dalle 54 aziende poste sotto sequestro dalla Guardia di finanza. Si tratta, com’è di tutta evidenza, di un pasticcio in linea con l’intera travagliata storia del Centro Fieristico».
«Se i giudici saranno chiamati alle loro opportune valutazioni – conclude Fiorita – ai cittadini spetterà il compito di sgombrare il campo da tutte le opacità che circondano l’amministrazione Abramo e di affidare finalmente a nuove forze, serie, trasparenti e competenti il rilancio di una città che non può più attendere».