Crotone. Centro storico in degrado: il grido d’allarme della Biblioteca Frassati

Crotone Attualità Giuseppe Romano

La gestione del patrimonio storico dovrebbe coinvolgere i cittadini, l’amministrazione pubblica, le tante Associazioni ed i comitati di quartiere che vantano di dare anima e corpo a questo problema. Invece si continua ad assistere a degradi che rendono poco decorosa e sicura la città.


L’ultimo grido d’allarme lo ha lanciato Antonio Dettoris, direttore della “Biblioteca Pier Giorgio Frassati”, sita in via Ducarne del centro storico: “si pone la necessità di un intervento urgente ad una casetta che risulta diroccata, da decine di anni, nel centro storico, con tegole cadenti, cornicioni pericolanti, distacco di calcinacci, finestre aperte, infestata da colombi, topi, insetti, gatti e materiale antigenico”.

“L’immobile - prosegue Dettoris - è pericoloso anche per la salubrità di chi vi abita vicino. In considerazione del fatto che la Biblioteca è frequentata da centinaia di bambini, studenti, docenti e cittadini, occorre prevenire qualsiasi tipo di danno ed in particolare quello dei topi. A meno che non si voglia farli diventare lettori come ‘Firminio’, il topo nato in una libreria di Boston, negli anni sessanta, diventato un vorace lettore”.

A parte l’amore per la lettura e per la città, vi è la responsabilità dell’incolumità di tutti ed il decoro di un centro cittadino di alto interesse storico. Quando si parla di degrado si sottovalutano le ragioni, anche quelle condivisibili, venendo meno gli interventi di “riparazione” e di programmazione per una soluzione definitiva del patrimonio storico ereditato.

Il grido di allarme lanciato dalla Biblioteca Pier Giorgio Frassati non denuncia una mutazione stabile ed ereditabile, ma un deterioramento pericoloso dovuto all’incuria, che richiede interventi strutturali immediati.

Dal testo della petizione “Allarme Centro Storico”, sottoscritta da alcuni cittadini, è chiaro il grave stato di emergenza: “...una situazione giunta a livelli insostenibili con gravi conseguenze per la vivibilità delle persone e rischi per la salute”.

Giuseppe Romano