Tripodi (Udc): Bloccare i licenziamenti di Sviluppo Italia Calabria

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«La Regione intervenga sulla vicenda che rischia di lasciare a casa tutti i dipendenti di Sviluppo Italia Calabria. La percentuale altissima di disoccupati, che mette a rischio la tenuta dell’equilibrio sociale in Calabria, impone responsabilità ed anche, se fosse il caso, un appello forte rivolto al Governo. Non c'è altrimenti Piano per il Sud che tenga, se poi si agisce, nei fatti, dimenticandosi delle emergenze calabresi». È quanto afferma in una nota il capogruppo dell’Udc, Pasquale Tripodi. «Ho appreso – aggiunge – che l’11 ottobre Sviluppo Italia Calabria in liquidazione, ha comunicato alle rappresentanze aziendali sindacali di Sviluppo Italia Calabria, al Coordinamento nazionale del gruppo Invitalia Cgil – Cisl – Uil, alle Federazioni nazionali di categoria, alle Confederazioni e alle Federazioni regionali di categoria della Regione Calabria ed alle Direzioni del lavoro provinciali e regionali l’avvio della procedura di mobilità per tutti i lavoratori in organico per la cessazione dell’attività in ossequio alla legge Finanziaria 2007, che ha disposto la dismissione delle partecipazioni non strategiche dell’agenzia nazionale per l'attrazione degli Investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa, socio di maggioranza. Ho anche appreso che, per quanto riguarda le società regionali, la legge di Stabilità ha previsto che la dismissione possa avvenire anche tramite la loro cessione alle Regioni. La stessa disposizione ha fissato al 30 giugno 2007 il termine finale per il riordino delle partecipazione della capogruppo; termine differito più volte, da ultimo al 31 dicembre 2010». «Ma finora – prosegue Tripodi – non è stato possibile, la cessione, di tutta o di una parte della stessa società alla Regione, benchè questa abbia espresso la volontà di rilevare il ramo d’azienda. Pertanto, in assenza di atti sostanziali e formali, finalizzati a questa acquisizione, l’azienda in liquidazione non può che cessare tutte le attività così come imposto dalla legge. In sostanza stiamo arrivando ad un licenziamento collettivo di tutte le risorse in organico. E la cosa in Calabria assume aspetti assolutamente ingiustificabili quanto preoccupanti. Oltre tutto, mi è stato comunicato che la società ha registrato l’impossibilità di pervenire ad una intesa, avendo i sindacati manifestato il proprio dissenso all’impiego della mobilità, proponendo come scelte possibili la sospensione o l’interruzione della procedura; entrambe soluzioni, a quanto sembra, non compatibili con quanto previsto dalla legge che impone all’Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa Spa di dismettere le società regionali entro il 31 dicembre 2010». «C'è da occuparsi – conclude – con tempestività della vicenda senza perdere altro tempo. In questo senso l’azione della Regione è indispensabile. Mentre un Governo che da un lato annuncia grandi attenzioni per il Sud, ma rimane inerte quando scoppiano le emergenze, non è più credibile. Oggi, non quando sarà ormai tardi, si tratta di manifestare, in concreto, la volontà di impedire che in aree depresse come la Calabria altri disoccupati si aggiungano al bacino enorme dei senza lavoro che rappresentano una vera e propria emergenza democratica».