La palazzina dell’orrore: in 15 vivevano in un tugurio. Storia di “normale” degrado
Quindici persone, tra cui due minorenni, tutti bengalesi e clandestini in Italia e tutti che abitavano nello stesso fabbricato.
Ognuno di loro pagava cento euro al mese di pigione per vivere praticamente in un tugurio, tra cumuli di spazzatura, sporcizia, senza pavimenti in terra.
Letti di fortuna con materassi fatti di cartone o gomma piuma; una cucina alimentata, pericolosamente, con una bombola a gas e stoviglie e accessori in pessime condizioni. Per non parlare dei bagni e delle docce - quest’ultime peraltro all’esterno della palazzina - fatiscenti e in comune.
Uno scenario degradante quello presentatosi davanti agli occhi dei Finanzieri di Paola, nel cosentino, che sono arrivati nell’immobile durante un normale controllo contro la contraffazione.
I militari, una volta guardatisi intorno, hanno richiesto l’intervento di un ispettore dell’Asp provinciale che ha effettuato un sopralluogo confermando le “precarie” condizioni igienico-sanitarie dei locali affittati, risultati “incompatibili con le normali condizioni di vita”.
I bengalesi, venditori ambulanti, sono stati accompagnati nella caserma delle Fiamme Gialle per essere identificati con i rilievi foto-dattiloscopici, che hanno poi permesso di scoprire come sette di loro (cinque maggiorenni e i due minori) non avessero il permesso di soggiorno.
Alla fine è partita la denuncia per due affittuari, che dovranno rispondere di favoreggiamento della permanenza illegale dello straniero nello Stato; scattato inoltre il sequestro ai fini della confisca degli immobili (da oltre 700 mq), disposto dal Gip Rosamaria Mesiti su richiesta di Anna Chiara Fasano, Sostituto presso la Procura di Paola, diretta da Pierpaolo Bruni.
Denunciati anche cinque clandestini per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato e altri tre stranieri, tra cui due che sono riusciti a fuggire, per detenzione per la vendita di prodotti industriali contraffatti e per ricettazione, e ai quali sono stati sequestrati 409 prodotti falsi di note case di moda fra scarpe, borse, borsellini ed occhiali da sole.
I canoni d’affitto che i locatari hanno percepito “in nero”, nel tempo saranno calcolati e sottoposti a tassazione.