Franco Eco firma la colonna sonora del film “Chervonyi”
È uscito il 24 agosto scorso, giorno dell’indipendenza nazionale dell’Ucraina, ed ancora in programmazione nei cinema ucraini, il film kolossal “Chervonyi”, il primo di una trilogia diretta dal regista georgiano Zaza Buadze con le musiche originali del compositore di origine crotonese Franco Eco. Il film ha avuto una premiere il 23 agosto presso Kiev con la presenza del Primo Ministro dell’Ucraina Groysman e del Ministro alla Cultura e la pellicola è stata scelta per rappresentare l’Ucraina presso l’Academy Award per la corsa all’Oscar come “Miglior film straniero”. Finanziato dal Governo ucraino, la trilogia entra di fatto in un mercato internazionale per confrontarsi con i grandi film europei e d’oltreoceano.
Nel 1947 il comandante Danylo Chervonyi dell’esercito ribelle ucraino è prigioniero in uno dei peggiori gulag di Stalin, un campo di lavori dove ogni condannato deve attraversare l'inferno per espiare le condanne mosse dal regime. La sua storia s’incrocia con quella del comandante del campo sovietico, Victor Gurov un ex pilota vicino a Stalin. Dopo una serie di ribellioni represse col sangue dai sovietici, Chervonyi riesce a mettere insieme un gruppo di prigionieri intenzionati a compiere una rivolta, così dopo una lotta sanguinosa il gruppo riesce a uccidere Gurov, liberare i prigionieri e fuggire verso la libertà.
Le musiche sono di Franco Eco che è entusiasta di lavorare per il cinema “è stato non solo un privilegio, ma un’interessante scoperta. Innanzitutto il fatto di aver scoperto un’industria cinematografica che potrebbe competere ad alti livelli internazionali. Vi è stata tutta l’attenzione della politica, del primo ministro e del ministro della cultura del governo Ucraino, della professionalità dei produttori e dei professionisti, la critica e l’opinione pubblica, insomma tutto mi ha piacevolmente sorpreso. Aver lavorato con un regista di grande esperienza come Zaza Buadze mi ha insegnato molto, e da lui indubbiamente ho imparato qualcosina nonostante abbia scritto per oltre dieci film. Inoltre l’Ucraina è una nazione che ha tanto da raccontare: i fatti narrati sono ambientati nel 1947 in un gulag sovietico, ma il ricordo della recente rivoluzione che ha investito il paese nel 2014 sono resi ben evidenti nella pellicola.
“Quando si lavora con un materiale storico e umano di tale peso risulta molto difficile scrivere la “giusta” colonna sonora. La musica per sua natura - e come lo stesso Adorno diceva – è troppo precisa nelle intenzioni per lasciare campo alla polisemia, ecco perché la colonna sonora risulta espressivamente forte, con percussioni aggressive e cluster orchestrali; essa descrive un dramma storico che ricade nel contemporaneo che è già storia d’Europa, un contemporaneo fatto di lotta e sofferenza per un popolo che cerca semplicemente la sua identità e libertà. Una capitolo tra Ucraina e Russia ancora aperto. E mi piace pensare in proposito che quest’anno, oltre all’Ucraina, un altro film per cui ho scritto la colonna sonora (Liubov pret-a-porte) è uscito in Russia. Ciò mi sorprende ed è la prova di come la musica possa in realtà unire le nazioni parlando un unico linguaggio universale”.