Piano Faunistico Venatorio, Coldiretti: delimitare le zone non vocate
Contenere la presenza dei cinghiali nei territori è ormai una vera e propria necessità. Danni alle coltivazioni, sicurezza per i cittadini e problemi sanitari sono ormai una costante.
La Regione può e deve farlo anche velocemente, poiché rientra nelle sue competenze esclusive. Pensare o confidare che possa provvedere il Parlamento su sollecitazione della Conferenza Stato-Regioni significa allungare i tempi e non ottenere il risultato.
Questa la sollecitazione che arriva dalla Coldiretti e che indica il percorso da fare: la Legge Regionale del 17 maggio 1996 n° 9 “Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e l’organizzazione del territorio” - spiega l’associazione di categoria - stabilisce che la Regione, con metodi di razionale programmazione, disciplini la tutela della fauna selvatica e l'attività venatoria; pianifichi l’attività faunistico-venatoria del territorio agro-silvo-pastorale regionale; predisponga il Piano Faunistico Venatorio.
La prima cosa da fare secondo Coldiretti, dunque, è uno stralcio al Piano Faunistico Venatorio per ridelimitare le zone non vocate che in questi anni, “su pressione degli ATC si sono, in modo abnorme, allargate. Questo significa proprio nello spirito della Legge Regionale, raggiungere e mantenere solo sul territorio assegnato una presenza dì cinghiali tale da garantire la salvaguardia delle colture agricole e forestali”.
Il secondo aspetto, anche in questo caso è previsto dalla normativa regionale,– continua Coldiretti – è l’individuazione dei territori vocati per il cinghiale e stimare, avvalendosi dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) la popolazione della specie che insiste sui rispettivi territori, attraverso appositi censimenti svolti con strumentazione elettronica e quindi consentire la presenza dei cinghiali per densità agro-silvo -forestale sostenibile, che deve intendersi quale massima densità raggiungibile dalla popolazione di cinghiale, senza che essa determini danni rilevanti alle coltivazioni o scompensi dovuti all'eccessiva presenza del territorio.
“Da tre anni – conclude Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria – seguiamo l’incresciosa vicenda e abbiamo presentato una proposta di Legge per il risarcimento agli agricoltori dei danni da cinghiali. Il sit-in di stamane alla Cittadella è l’ulteriore conferma che siamo in una situazione di allarme e pericolo che deve e può essere immediatamente affronta".