Chiusura ospedale Chiaravalle. Ingegneri e architetti si uniscono alla lotta

Catanzaro Salute

A difesa dell’ex ospedale San Biagio di Chiaravalle scendono in campo anche gli architetti e ingeneri della cittadina catanzarese.

Gli associati ad Arkingegno, che riunisce i professionisti, per voce del presidente Salvatore Donato e di tutti gli iscritti hanno, infatti, espresso la loro vicinanza e solidarietà al sindaco Domenico Donato, che in questi giorni sta attuando lo sciopero della fame per scongiurare la chiusura della casa della salute: una battaglia che architetti e ingegneri definiscono senza dubbio come “coraggiosa” ed intrapresa “in difesa del diritto alla salute dei cittadini del comprensorio".

Donato sottolinea come sia “giusto e opportuno”, afferma, che la Regione Calabria e l'Asp di Catanzaro “scrivano, finalmente, una parola di verità” sul destino del nosocomio, definendo inammissibile “che un finanziamento di oltre otto milioni di euro, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi sanitari sul territorio, vada in fumo per i capricci di qualche dirigente o, peggio ancora, per l'incompetenza di qualche ufficio”.

Una situazione, questa, che Arkingegno bolla come “grottesca ed assurda” affermando di comprendere anche “l'avvilimento che si prova difronte a questo muro di gomma”.

Gli ingegneri e architetti di Chiaravalle, dunque, si rivolgono a tutte le forze politiche locali affinché si compattino “intorno ad un comune obiettivo per il bene e lo sviluppo di un territorio”.

“Se nell'intraprendere tale battaglia - afferma Donato - vi sono stati errori di comunicazione o superficialità, probabilmente dettati dalla passione e non dalla malafede, intelligenza vuole che essi siano superati nel più alto interesse del bene comune e collettivo della cittadinanza tutta”.

Ma l'associazione manda un monito anche ai cittadini, quello cioè di “uscire dal guscio della rassegnazione” e di “metterci la faccia, perché nessuno verrà a regalarci più niente”, sottolineano

Infine l’invito di Arkingegno al sindaco affinché non molli “nella convinzione – viene ribadito - che il riscatto di questo territorio, al punto di depressione ed emarginazione in cui siamo arrivati, parte ormai anche da gesti estremi e rivoluzionari".