Giornalisti: Fsni, uniti per il bene dell’informazione
Di coraggio e di coscienza, dei giornalisti, ma non solo, si è discusso stamane nell’incontro, promosso dal Sindacato dei Giornalisti della Calabria a Locri (in concomitanza con le votazioni per i delegati al Congresso nazionale della Fnsi), che ha visto protagonisti i massimi vertici della Federazione della Stampa, a livello nazionale e regionale. Accanto a Carlo Parisi, segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria c'erano, infatti, Franco Siddi e Roberto Natale, segretario e presidente della Fnsi. Insieme, dunque, per sviscerare alcuni degli annosi problemi che affliggono la categoria dei giornalisti, oggi più che mai nel mirino. E, per farlo, non è stata scelta la via delle parole a metà, nè tantomeno dei concetti velati: «Con quale coraggio e con quale coscienza – ha esordito Carlo Parisi – certi giornali si ergono a paladini dell’antimafia, mentre sfruttano e mortificano i propri giornalisti con stipendi, se così li vogliamo chiamare, da fame? Parliamo di 4 centesimi a rigo o di 6 euro e 50 a pezzo, il più delle volte pagati dopo mesi o, addirittura, mai corrisposti». Parole dure in una terra che lo è ancor di più. «Ma è proprio in realtà difficili come quella in cui ci troviamo oggi – ha proseguito il segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria – che occorre fare e pretendere la massima chiarezza». Detto, fatto: «La Federazione della Stampa, regionale e nazionale, oggi è a Locri, promuove un’iniziativa a favore della categoria e, più in generale, della società, e lo fa senza alcun contributo pubblico. A costo zero per la collettività. Si parla – e si scrive tanto – di antimafia, di anti-'ndrangheta – ha incalzato Parisi – ovvero di associazioni che si impegnano per il bene della collettività contro il male, i criminali. Benissimo. Ma, in nome della trasparenza, chiedo a queste associazioni di indicare la portata e la provenienza dei contributi percepiti ogni qualvolta vengano organizzati una manifestazione o un convegno in nome dell’antimafia. A pagare siamo quasi sempre noi, con la forza dei contributi pubblici». Poi lo sguardo si sposta alla categoria: «Allo stesso modo – ha continuato Parisi - nel campo dell’informazione, ritengo che lo strumento ideato e disposto dalla Federazione della Stampa, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti, per monitorare intimidazioni e minacce ai danni dei giornalisti, cioè Ossigeno, abbia il dovere di confrontarsi con le realtà locali, in Calabria come nel resto d’Italia, prima di diffondere dati di estremo e delicato valore. Non si può prescindere – ha chiosato Parisi - da un’attenta verifica della corrispondenza e della credibilità di dati come quelli in questione, che raccontano della vita, non solo del lavoro, di tanti colleghi». Un appello condiviso dal presidente della Fnsi, Roberto Natale: «I dati vanno assolutamente verificati e ci impegneremo a promuovere un confronto maggiore con le realtà locali». Tutto questo, nella ferma consapevolezza che «il Sindacato dei giornalisti – ha ribadito Natale – è un organismo in cui tutto e tutti devono riconoscersi e non basta un convegno ogni tanto per lavarsi la coscienza. Ci vuole impegno, soprattutto quando si tratta di portare alla luce e difendere vicende che non fanno notizia». Emblematico l’intervento del segretario generale della Fnsi, Franco Siddi: «C'è bisogno, soprattutto nel nostro Paese, in questo momento di palese difficoltà, di un sindacato unitario e unito. È soltanto con l’impegno e la forza di tutti che possiamo vincere le nostre battaglie, senza mai perdere di vista la vera natura della professione del giornalista: la nostra categoria dev'essere testimone della verità, non di sensazionalismo». I problemi, certo, non mancano: «In Italia non c'è lavoro per gli oltre 100mila giornalisti iscritti all’Ordine – ha sottolineato Siddi – e questo è un dato inconfutabile. Ecco perchè bisogna intervenire nel quadro delle misure e delle politiche per l’occupazione, contrastando in primo luogo il precariato». Da non sottovalutare, infine, il monito di monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo giornalista alla guida della diocesi di Locri-Gerace: «La stampa, che ha un grande compito, ma altrettanto delicato, deve essere libera e foriera di libertà, come in questa meravigliosa occasione. Attenzione, però, a non eccedere nel criminalizzare chi ancora, fino a prova contraria, è innocente. Non si fa il bene della società e, credo, neppure quello dei giornalisti se non si tiene alto e fermo il rispetto della persona»