Segregato in casa per 4 anni dalla ex e tre complici, uno è calabrese

Calabria Cronaca

Un incubo durato ben quattro anni durante i quali un 40enne - incapace di provvedere a sé stesso a causa del suo stato di infermità psichica e del bisognoso di cure - è rimasto segregato nella sua casa di Vigevano, popolosa cittadina in provincia di Pavia, in Lombardia.

Un lungo periodo durante il quale non ha potuto comunicare con l’esterno, col cibo razionato, non potendo nemmeno contare sull’uso sull’acqua calda né tantomeno sul riscaldamento.

La parola fine a questa triste vicenda durata oltre 1400 giorni, l’hanno scritta gli uomini della Polizia della Questura pavese che quest’oggi hanno eseguito una misura cautelare a carico di quattro persone, l’ex compagna del 40enne e tre suoi presunti complici, un’altra donna e due uomini. Tre sono residenti a Vigevano, uno in Calabria.

Il ritrovamento

La scoperta del fatto risale invero alla fine di novembre dell’anno scorso, quando una pattuglia della Volante intervenne a casa della vittima.

A farla arrivare sul posto alcune persone che avevano segnalato il lancio di oggetti nel loro cortile da parte dell’occupante di una villa a fianco.

Entrati in quell’abitazione, così, gli agenti trovarono il proprietario chiuso dentro ed in un evidente stato di abbandono e confusionale.

Sul muro perimetrale dell’immobile, addirittura, era stato messo del filo spinato, così da impedirgli qualsiasi tentativo di fuga. L’uomo era stato soccorso e poi portato nell’ospedale di Vigevano.

Le indagini

Ne sono seguite le relative indagini, che la Procura cittadina ha affidato alla Squadra Mobile, e che fanno ora ritenere che i quattro presunti “aguzzini” abbiano agito con l’intenzione di depredare il patrimonio del 40enne.

Gli investigatori hanno effettuato appostamenti, sentito testimoni e verificato la situazione sanitaria e quella economico-patrimoniale della vittima.

Le accuse

Oggi l’emissione da parte del Gip del tribunale locale delle quattro misure cautelari: il giudice ha disposto il divieto di avvicinamento alla vittima e di comunicare con lui, oltre all'obbligo del braccialetto elettronico.

Agli indagati si contestano i reati di sequestro di persona, abbandono di incapace, circonvenzione di incapace e truffa aggravata.