Operatore rapito in Darfur: “Azzarà sta bene”, forse vicina la cattura dei sequestratori
Sono ore d’attesa per i familiari di Francesco Azzarà, l’operatore di Emergency rapito domenica scorsa a Nyala, nel Darfur, da una banda armata. Uno spiraglio nella vicenda - però - arriva dal vicegovernatore della regione sudanese Abdel Karim Mussa che al “Sudanese Media Center” ha dichiarato che Azzarà starebbe bene, che i rapitori sarebbero ancora nel Darfur e che si potrebbe essere vicini alla loro cattura. Emergency non conferma la notizia sebbene Mussa sarebbe stato chiaro quando nella sua dichiarazione ha respinto qualsiasi ipotesi di riscatto per la liberazione del 34enne calabrese, lasciando così pensare che una richieste di denaro potrebbe essere arrivata.
L’organizzazione di Gino Strasa intanto ha inviata a Nyala un team per collaborare con le autorità locali mentre la famiglia del volontario, residente a Motta San Giovanni, nel reggino, si è affidata con fiducia alla Farnesina che attraverso la sua unità di crisi sta coordinando le operazioni in collaborazione con l’ambasciata di Karthoum. Del rapimento, intanto, se ne sta occupando la Procura di Roma, anche se al momento non è stato aperto alcun fascicolo di indagine e si attendono informazioni proprio dal ministero degli esteri per cercare di comprendere se Azzarà sia stato rapito a scopo estorsivo o per finalità terroristiche.