Sequestro Azzarà, la procura di Roma indaga sul reato di terrorismo
È stato aperto un fascicolo - ipotizzando il reato di sequestro di persona a scopo terroristico - sul rapimento di Francesco Azzarà, l’operatore 34enne di Motta San Giovanni, nel reggino, sequestrato domenica scorsa nella regione del Darfur (Sudan) dove lavorava per conto di Emergency nell’ospedale pediatrico della capitale Nyala. Il fascicolo è della Procura di Roma che da ieri attendeva maggiori dettagli dalla Farnesina prima di attivarsi ed il procedimento è stato affidato al sostituto procuratore Elisabetta Ceniccola.
Aggiornamento ore 16:50 | Sarebbe stato richiesto un riscatto per la liberazione di Azzarà. La conferma arriva direttamente dall’ufficio del governatore a Nyala, Abdulahmid Musa Kasha. Secondo quanto si è appreso l’operatore di Emergency sarebbe nelle mani di una banda filogovernativa appartenente alla tribù araba dei Rezegat – un gruppo di miliziani che scorrazzano per la regione - e a cui apparterrebbero sia lo stesso governatore Kasha che il suo vice Abdul Karim Mussa.
Azzarà potrebbe pertanto trovarsi a poca distanza da Nyala. I Rezegat del Sud, tribù dedita all’allevamento di mucche e capre, vivono infatti in un villaggio nei pressi della capitale. A quanto pare sia il governatore che il suo vice, che molto devono all’opera umanitaria dell’ong di Gino strada, starebbero trattando direttamente la liberazione del 34enne calabrese e si spera possano esercitare la loro pressione affinché l’ostaggio venga rilasciato.