Molinaro (Coldiretti): “ex Valle Lao, chi risarcirà i danni del commissariamento?”
“L’ordinanza del 18 settembre emessa dal Tribunale Civile di Paola – Sezione Lavoro, arricchisce sensibilmente il corollario e la sciaguratezza degli atti prodotti dalla Gestione Commissariale del Consorzio di Bonifica Tirreno Cosentino – ex Valle Lao con sede a Scalea che dura ormai, in spregio alla legge, da febbraio 2016 e quindi oltre il massimo consentito e con la nomina di ben tre commissari che si sono via via succeduti. Il giudice ha condannato il Consorzio (ci piace di più dire la Regione che ha voluto commissariamento) a risarcire il Direttore che era stato licenziato, con una somma complessiva di 125.755,03 euro oltre oneri”.
“Ed ancora cause di lavoro, che ha visto il Consorzio contumace e che hanno appesantito il bilancio di ben un milione di euro l’anno. Chi paga ci si chiede? “Noi siamo fermi su una posizione – sottolinea Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – certamente non gli agricoltori che sono stati scippati del loro diritto di amministrare il Consorzio e di scegliersi i propri rappresentanti stravolgendo i principi della rappresentanza democraticamente eletta”.
“Il commissariamento, voluto dalla Regione Calabria - continua la nota - è frutto di forzature, di usi e abusi che stanno favorendo la deriva economico-finanziaria del Consorzio di Bonifica. Perché ancora, dopo oltre un anno e mezzo di gestione commissariale, nonostante la Legge Regionale sancisca che il commissariamento può essere confermato per una sola volta e per sei mesi, non è stato fatto alcun atto per l’elezione degli organi consortili? Perché non è stata costituita la Consulta nonostante questa sia prevista dalla Legge Regionale? Naturalmente anche i servizi del Consorzio al territorio latitano”.
“Non vorremmo che dopo appunto oltre un anno e mezzo di commissariamento – e qui si ferma Molinaro - si pensi di scaricare eventuali costi e appesantimenti economici sugli agricoltori. Crediamo che sia venuto il momento di fare chiarezza contro, a dir poco, l'arroganza del commissario e del Dipartimento Regionale Agricoltura”.