Legambiente, aeroporti a Scalea e Sibari: è la politica dei progetti “sproporzionati”
Legambiente Calabria continua ad attirare l’attenzione sui rischi che i lavori di completamento ed ammodernamento dell’Aviosuperficie di Scalea potrebbero apportare al territorio e sollecita il Comune a procedere alla Valutazione d’impatto ambientale e allo studio del rischio idraulico.
Già ad ottobre scorso l’associazione aveva chiesto l’intervento della Commissione Europea per una presunta violazione del diritto comunitario: a rischio sarebbe stato il sito, di interesse Comunitario, della “Valle del fiume Lao” e la vicina Zona a Protezione Speciale del “Pollino e Orsomarso”.
"L’inosservanza delle norme di diritto comunitario rappresenta una grave violazione di trattati, regolamenti e direttive internazionali ratificate dal nostro Paese, come lo sono, nel caso specifico in questione, le norme riferite alle Direttive Comunitarie Habitat ed Uccelli per interventi che hanno influenze dirette o indirette su siti della Rete Natura 2000”, aveva denunciato Legambiente.
Denuncia dopo la quale anche il Ministero dell’Ambiente e la Regione Calabria avevano chiesto chiarimenti all’Amministrazione comunale. È dello scorso 11 maggio, infatti, la risposta che il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha fornito in merito alla questione relativa ai lavori di completamento ed ammodernamento dell’aviosuperficie.
Il Dicastero ha fatto sapere di aver invitato le strutture delle soppresse Autorità di bacino e degli Uffici regionali preposti, ad attivare le verifiche del caso, al fine di constatare la rispondenza delle opere in esecuzione alla Direttiva Habitat e all'iter procedurale di realizzazione dell'opera stessa, secondo la normativa nazionale ed il Piano di gestione del rischio alluvioni.
Nel documento del Ministero si specifica che la Regione ha riferito che il finanziamento dell’intervento riguardava solo la "riqualificazione delle aree prospicenti l’Aviosuperficie di Scalea ai fini della realizzazione di servizi turistici e della riduzione dell'impatto ambientale” e non la realizzazione della pista di volo dell'Aviosuperficie, progetto invece, approvato dal Comune di Scalea nel 2001.
La Regione ha precisato poi di aver richiesto altre informazioni di dettaglio al Comune dalle quali risulterebbe che l'aviosuperficie, a suo tempo, sia stata autorizzata con un provvedimento di compatibilità ambientale (il DDG n. 117 del 27 marzo 2000) e che l’infrastruttura è funzionante dal 2006.
L'Amministrazione regionale ha evidenziato, peraltro, di aver segnalato all’ente la necessità di sottoporre a Valutazione di Incidenza Ambientale anche "gli interventi ricadenti all'esterno del perimetro del sito comunitario della Rete Natura 2000, ma che possono avere incidenze significative, singolarmente o congiuntamente con altri progetti, sul sito medesimo", invitandolo a voler verificare ed ottemperare alle disposizioni normative dettate nel Regolamento regionale. Ma, ad oggi, si è ancora in attesa di riscontro.
“Per valutare le effettive condizioni di rischio idraulico del Fiume Lao, dove è presente l'aviosuperficie, - spiegano poi da Legambiente - l'Autorità di bacino ha precisato che occorre uno studio idrologico e idraulico, redatto secondo le Linee Guida Idrauliche del PAI della Regione Calabria. Il Ministero dell’ambiente, in attesa di ricevere riscontri dagli Uffici competenti, si è impegnato a seguire gli sviluppi della vicenda per non ridurre in alcun modo lo stato di attenzione sulla questione”.
Per il momento, ad allontanare lo “spettro” dell’aeroporto di Scalea è direttamente l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile. Il direttore centrale della vigilanza tecnica, Roberto Vergari – come riportato nell’articolo di maggio del mensile di Legambiente “La Nuova Ecologia”, a firma di Rocco Bellantone - ha affermato che “Scalea è un’aviosuperficie, punto”.
“La Calabria – ha detto Vergari - ha tre aeroporti ed è già faticoso mantenerli in piedi. Tra l’altro – ha concluso - nessuno ci ha inoltrato una richiesta di autorizzazione per Scalea. Qualora dovesse arrivare, e se dovessero essere soddisfatti tutti i vincoli su impatto ambientale, problemi idrogeologici ed inquinamento acustico, esprimeremo il nostro giudizio in linea con le direttive del piano nazionale degli aeroporti, condiviso dalla Conferenza Stato-Regioni”.
“Il no dell’Enac, l’evidenza dei rischi ambientali e il malaffare emerso, ancor prima dell’inizio dei lavori, sono tre prove certe dell’inutilità di questo aeroporto” sbotta il presidente di Legambiente Calabria Francesco Falcone. “A Scalea, così come a Sibari – aggiunge - la classe politica regionale punta a progetti sproporzionati sia rispetto alla popolazione residente, che al volume dei potenziali visitatori”.
Legambiente è invece per un’alta velocità che permetta di potenziare la rete ferroviaria sul Tirreno e che porti al raddoppio del binario sulla costa jonica e che potrà forse essere realizzato come peraltro il finanziamento annunciato proprio ieri in conferenza stampa dal Ministro Del Rio.
Per fare in modo che non ci siano infiltrazioni della ’ndrangheta, sostiene infine l’associazione ambientalista - serve “che si costruiscano gli anticorpi necessari nelle amministrazioni e nelle stazioni appaltanti. Il nuovo Codice degli appalti e delle concessioni dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione, ndr) è un segnale importante in questa direzione. È così che si contribuisce a far avanzare la legalità. E si evita un inutile consumo di suolo”.