Strage ciclisti: ferito, non dimenticherò quel giorno
Oggi a "Mattino Cinque", Paolo Del Debbio ha raccolto la testimonianza di Gennaro Perri, uno dei tre ciclisti sopravvissuti all'incidente avvenuto lo scorso 5 dicembre a Lamezia Terme, dove il ventunenne marocchino Chafik El Ketani ha investito e ucciso sette amici appassionati delle due ruote. In collegamento da Lamezia Terme, Gennaro Perri ha ricordato quella domenica mattina che gli resterà impressa per sempre nella memoria. "Come tutte le mattine - ha detto - ci siamo incontrati alle 8.30 circa, e dopo le solite amichevoli discussioni riguardanti la destinazione, siamo partiti nell'atmosfera gioiosa di sempre. Eravamo un gruppo di amici affiatati, non c'era differenza economica o sociale, ci univa solo una grande amicizia". Gennaro ha poi parlato del suo attuale stato di salute e del suo stato d'animo. "Ora sto discretamente, ho una gamba ingessata ma non e' niente di grave, ero il terzultimo della fila, mio fratello Rosario, invece, non c'e' più perché era nei primi posti. Per me e' stato veramente un miracolo e ora mi sento uno straccio anche nei confronti degli altri che, come me, hanno perso un loro caro. Per fortuna non ho visto i loro corpi e per me e' come se fossero ancora vivi". Nicola Bernardi, genero di Rosario Perri, ha invece detto che "Rosario e' rimasto vittima dello Stato e delle Istituzioni che non tutelano il cittadino. Qualcuno deve rendere giustizia a questi morti. Purtroppo in Italia non c'e' più la certezza della giusta pena, si va in carcere per anni per aver ucciso un animale, se si uccide sette persone, invece, non si sa se la pena sarà assicurata".