Dossier immigrazione, in Calabria la sperimentazione di piani di integrazione
“La Calabria, con l'Emilia Romagna, il Piemonte e la Città Metropolitana di Roma, sarà la prima regione in cui saranno sperimentati i piani di integrazione dei titolari di protezione internazionale voluti dal Ministero dell'Interno”. Lo ha detto Giovanni Manoccio, delegato della Presidenza per le politiche relative all'immigrazione, intervenendo alla presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2017 che si è tenuta nella Sala Oro della Cittadella regionale a Catanzaro.
Il Dossier, curato dal Centro Studi e Ricerche Idos, con la collaborazione del Centro Sudi Confronti, presenta un contesto che va continuamente modificandosi e in cui gli immigrati e i loro figli assumono una rilevanza sempre maggiore dal punto di vista demografico, economico, occupazionale e socio culturale. “Come Regione – ha detto Manoccio – stiamo lavorando per l'approvazione del Piano regionale dell'Integrazione, dopo che un mese fa il Governo ha emanato per la prima volta il Piano Nazionale di Integrazione. E stiamo cooperando con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) che ha individuato nella Calabria, l'Emilia, il Piemonte e la Città Metropolitana di Roma, i territori dove testare i Piani di Integrazione. Si tratta di un riconoscimento significativo frutto dell'impegno e delle politche che la Regione Calabria sta mettendo in campo attraverso il sostegno all'adesione da parte dei nostri Comuni al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar)”.
“Ricordo che solo pochi giorni fa il Ministro Minniti ha siglato aTaverna un protocollo d'intesa con circa 200 Comuni calabresi che hanno deciso spontaneamente di entrare nel sistema nazionale attraverso una gestione pubblica e condivisa del fenomeno Immigrazione. Si tratta di un risultato importante considerato che siamo passati dai 7 Comuni di qualche anno fa al 50% dell'intera Calabria. Vuol dire che il modello funziona, soprattutto perché nasce dalla condivisione delle comunità attraverso i propri sindaci e poi perché non si relegano gli immigrati ai margini dei paesi ma si inseriscono nel cuore delle città, dei centri storici, rivitalizzando il tessuto economico e sociale a partire dalle scuole che spesso, nei piccoli centri, sono a rischio chiusura. Un modello di integrazione a cui si lega l'opera di diversi operatori e mediatori sociali e quindi che necessita del contributo serio di tanti professionisti. La Calabria – ha concluso Manoccio – è terra d'accoglienza, di contaminazione dal punto di vista storico, ma è anche una regione fragile da tanti punti di vista. Ecco quindi la nostra grande scommessa: vivere l'integrazione come momento di crescita, non solo sociale e culturale, ma anche sul piano economico”.
Durante la presentazione del Dossier – a cui hanno preso parte Roberta Saladino (Referente regionale per il Centro Studi e Ricerche IDOS in Calabria e autrice del Capitolo: “Calabria. Rapporto immigrazione 2017”, Jens Hansen (Delegato della Tavola Valdese); Domenico Tavone (Comandante Reparto Operativo Aeronavale di Vibo Valentia della Guardia di Finanza) che ha relazionato sull’attività svolta nel 2017 dal Reparto Operativo Aeronavale di Vibo Valentia in merito ai flussi migratori in arrivo via mare e Maria Teresa Napoli (Referente Dipartimento Tutela della Salute, Regione Calabria /Organismo az. Immigrazione, ASP Catanzaro) – sono stati resi noti alcuni dati sul fenomeno migratorio in Italia, con particolare attenzione al territorio calabrese.