Cinecircolo Grande, Diamante. Giuffré presenta il libro “Uguali, diversi normali”
“Uguali, Diversi, Normali” (Castelevecchi Editore) di Martina Giuffrè è il libro che caratterizzerà oggi alle 17,00, al Museo Dac – Ponte delle Arti e delle Culture di Diamante, l’ultimo appuntamento con “Amore, Santi e Rivoluzione”, la rassegna letteraria organizzata dal Cinecircolo Maurizio Grande e che ha animato il mese di ottobre a Diamante.
La rassegna, lo ricordiamo, si tiene in collaborazione con l’Associazione Culturale gli In-Stabili e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Diamante. Interverranno: Francesco Presta. Direttore Artistico del Cinecircolo Maurizio Grande; Fiore Manzo, attivista ROM e coordinatore Fri Calabria; Enzo Abbruzzese, attivista ROM; Francesco Cirillo, giornalista e scrittore.
“Stereotipi, rappresentazioni e contro narrative del mondo rom in Italia, Spagna e Romania” è il sottotitolo del libro di Martina Giuffré, autrice di diverse opere, ricercatrice e docente di Antropologia Culturale presso l’Università di Parma, Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dopo aver insegnato in diversi atenei italiani: all’Università Sassari, all’Orientale di Napoli, alla Sapienza di Roma e all’Università degli Studi di Firenze.
Così Castelvecchi presenta il volume: “Nei secoli i rom sono stati visti quasi sempre come gruppi omogenei con determinate caratteristiche, gli irriducibilmente diversi, ontologicamente differenti, emblema dell'illegalità quasi fisica e corporea; nei casi positivi, invece, come i rappresentanti dell'autenticità, della libertà, della vera natura dell'uomo quasi a ricalcare il mito del ‘buon selvaggio’. Quanto l'immaginario sui rom corrisponde alla visione che hanno di se stessi? In questo volume ci proponiamo di mettere in luce il gioco di rappresentazioni da parte dei diversi attori sociali (vari gruppi di rom, istituzioni, mass media, associazioni rom, accademici, studenti) che concorrono a costruire l'immagine dei rom".
"Il tentativo è quello di dare vita, - closa nota -anche attraverso il coinvolgimento dei rom stessi in qualità di ricercatori, a una contro narrativa del mondo rom, un luogo di voci e contro voci, di sguardi incrociati che metta in luce le forme di agency e di resistenza dei soggetti che interagiscono per rinegoziare la propria appartenenza.”