Coi piedi (bagnati) in terra: il canto dei “disperati” accompagna lo sbarco di Crotone
I piedi nudi e infreddoliti, le temperature nettamente autunnali e una pioggia costante e battente non sono a riusciti a fermare la gioia del gruppo di migranti che stamani, dopo le 9, ha attraccato nel porto di Crotone intonando una sorta di canti e danze dal sapore propiziatorio.
In fondo si sono rese conto tutte le anime che hanno toccato terra di aver scampato ad un tragico destino - sempre in agguato dietro l’angolo - quando imbarcatisi per le coste italiane hanno messo a rischio la loro vita pur di raggiungere una approdo sicuro.
In 401 sono arrivati con la nave dell’Oms “Open Arms”, battente bandiere spagnola. Qualche difficoltà prima in mare e poi a terra, durante le operazioni di sbarco ritardate a causa dell’acquitrino formatosi sulla banchina per la forte pioggia che, insistentemente, ha bagnato la città ionica per tutta la mattinata.
I migranti - per lo più etritrei - sono il totale di tre diversi salvataggi avvenuti nel Mediterraneo: un primo intervento ha consentito di recuperare ben 338 persone; poi altri due carichi, di 31 e 32 anime rispettivamente. Una cinquantina in tutto i minorenni, esattamente 52; altre 98 invece le donne imbarcate.
La Prefettura del capoluogo aveva già predisposto da ieri le operazioni di accoglienza oggi messe in campo, come al solito, dalle forze dell’ordine, Capitaneria, Asp, 118 e associazioni di volontariato come la Misericordia e la Croce Rossa.
I minori non accompagnati saranno presi in carico dal Settore Servizi Sociali del Comune pitagorico. Di tutti i profughi, invece, una sessantina quelli che dovrebbero restare in Calabria. Gli altri saranno trasferiti secondo il piano di riparto stabilito dal Ministero dell’Interno: tra Lombardia, Lazio, Veneto, Toscana, Puglia, Liguria, Marche e Molise.