FC Catanzaro. Cimino: “È possibile che siano fuggiti tutti dalla proprie responsabilità?”
“Un politico non può arrabbiarsi. Deve ragionare. E però sulla questione Catanzaro calcio, come su altre su cui si intrecciano egoismi e interessi contrastanti con il bene comune, c’è da arrabbiarsi davvero. Alla debolezza tecnica e allo scontato destino della squadra ci si rassegna ormai. I tifosi hanno fatto il callo con una situazione immodificabili. Non ci spaventa la retrocessione. Dopo aver perso per due anni consecutivi la promozione in prima divisione, per responsabilità prevalentemente gestionale, un’altra delusione ci può anche stare. Ciò che non è accettabile è la condizione di precarietà assoluta in cui viene lasciata la società di calcio.
Dopo la clamorosa protesta dei calciatori nella partita di domenica, non sono in gioco le sorti di un campionato ma l’immagine stessa della Città. Quella foto di undici giocatori seduti sul campo di gioco, ha fatto il giro d’Italia, insieme con la grave denuncia dei calciatori sulla povertà in cui versano e sulle condizioni pesanti in cui sono costretti a prepararsi. Neppure le squadre giovanili dei campetti dei piccoli paesi interni della Calabria, vivono una situazione del genere. E’ possibile allora che tutti siano fuggiti dalle proprie responsabilità? La politica, dopo aver fatto ben due campagne elettorali sulle “bugiarde” promesse fatte al Catanzaro, scopre che le istituzioni non c’entrano e, come per l’acqua calda, scoprono che il calcio deve sorreggersi solo sugli sforzi dei privati. Il Comune ha fatto tanto per salvare il Catanzaro, alcune volte anche sbagliando. Ma ha impiegato risorse importanti, anche per la ristrutturazione del Ceravolo, che non possono essere vanificate.
La politica non c’entra. Noi lo diciamo da sempre. Ma perché quella politica che “civetta” con gli imprenditori e che verso taluni di essi mantiene un atteggiamento quasi di soggezione, non riesce mai a convincerne almeno uno a investire nel Catanzaro calcio ? Perché non chiede ad essi un gesto di generosità verso una Città da cui hanno avuto tanto ? In altre realtà le squadre di calcio sono diventate aziende economiche a pieno titolo, magari satelliti di altre più grandi. Da noi no. Colpa della scarsa fiducia nella Città e della sua economia e delle sue prospettive. Certamente. Ma colpa anche di quanti, nella politica e nel mondo economico, non hanno fatto più ricca e più forte Catanzaro.
Ora non bisogna arrendersi. C’è da fare ancora tanto. Quel tavolo istituzionale, che per vari motivi strettamente politici, si è arenato, si riconvochi subito e faccia il punto della situazione. Compia un ultimo sforzo per verificare a quali condizioni la società possa trovare la via d’uscita dal buio in cui si trova. L’imprenditore settentrionale, che dichiara la sua volontà di rilevare il Catanzaro, ha compiuto insieme un gesto intelligente e una provocazione. Sappiamola tutti trasformarla in uno stimolo per l’assunzione di una nuova responsabilità. Individuale, economica, sociale, politica”.