Orlando a Catanzaro: “La lotta contro le mafie coinvolga anche società e scuola”
Coinvolgere società e scuola nella lotta contro le mafie. L’ha detto il ministro della giustizia, Andrea Orlando, che è intervenuto a Catanzaro in un convegno svoltosi all’Università dedicato al tema delle riforme in campo giudiziario. A margine dell’incontro, Orlando ha incontrato i giornalisti e ha risposto a diverse domande. Come quella sul ruolo dello Stato che per il ministro deve “svolgere un’azione di carattere repressivo”, ma deve “ipotizzare nuove forme che non si realizzano soltanto attraverso l’azione repressiva”.
Secondo Orlando, “c’è un ruolo della scuola, un ruolo della società, delle altre istituzioni che non sono le forze di polizia e la magistratura, che deve essere messo in campo e per questo credo sia utile un momento di riflessione e di costruzione di una vera e propria piattaforma. Le mafie – ha spiegato – tendono a diminuire in alcune realtà la loro caratteristica di intimidazione e a rafforzare la capacità corruttiva, a utilizzare il denaro per entrare nell’economia legale, a utilizzare una borghesia che diventa mafiosa e si mette al servizio delle organizzazioni criminali”.
Dato che per il ministro Orlando “riguarda purtroppo tutto il Paese” e “può riguardare e sta riguardando anche i paesi dell’Ue”. Orlando ha poi dato un messaggio ai giovani calabresi, chiedendo loro di tornare a “impegnarsi”, a “rivendicare un ruolo forte dello Stato perchè c’è bisogno per ripartire non soltanto di strumenti per sconfiggere la criminalità organizzata, ma anche di investimenti pubblici e anche di una possibilità di accesso alla pubblica amministrazione”.
Quindi un passaggio sul Partito democratico, affermando che il Pd deve “parlare di programmi per riconquistare gli elettori delusi. Oltre che lavorare sugli schieramenti, cosa che non va mai sottovalutata, è necessario che il Pd lavori anche sul messaggio politico che vuole dare. Il Pd deve dire con chiarezza che vuole costruire, con la prossima sfida elettorale, un Paese più’ giusto, oltre che un Paese che riparte”.