Continua l’esodo dal Pd. Ancora scissioni nella Piana
Continua l’esodo dal Pd e dal centro sinistra per i dirigenti, gli amministratori e le personalità della piana di Gioia Tauro. Un’altra documento è stato firmato da una decina di ex amministratori, dirigenti Pd e della sinistra, che “tendono a rafforzare ed allargare il dissenso nei confronti di una formazione oramai centrista a guida renziana, e di una nuova realtà della sinistra come Articolo Uno - Movimento Democratico e Progressista che cresce sempre più sul territorio.
Il dissenso parte dunque dal dirigente del Partito Democratico Beniamino Condoluci, da Giuseppe Napoli, Giuseppe Sergio e Antonio Adornato; l’ex amministratore del Pd Concetta Varano, l’ex sindaco Francesco Scopelliti, l’esponente del Pd Vincenzo Politanó, il segretario Rifondazione Comunista Raimondo Condoluci.
E sono proprio loro a comunicare che “nei prossimi giorni uomini e donne del mondo della sinistra sono pronti a seguirli nella sfida della costruzione della nuova sinistra in Italia ed in Calabria”. All’origine della defezione ci sarebbe la mancata condivisione della politica renziana. “Non condividiamo -affermano- toni e metodi di una gestione politica segnata da azioni fallimentari e umilianti per il mondo del lavoro e gli strati sociali più in difficoltà: il Jobs Act, la legge Delrio, la Buona Scuola, il referendum sulle trivelle, lo Sblocca Italia, la rottura con i sindacati e, per ultima, l’approvazione della legge elettorale a colpi di fiducia (forzatura che ha portato anche all’abbandono del gruppo parlamentare della seconda carica dello stato Pietro Grasso)”.
“Abbiamo subìto passivamente la gestione “superficiale” ed “assente” di un partito inconsistente: incapace di discutere al suo interno e dominato dall’idea dell’uomo solo al comando. Abbiamo taciuto, per amore di partito, critiche e contestazioni alla conduzione sul piano locale di un grande partito come avrebbe potuto essere il PD: lo svilimento degli organismi dirigenziali (che non si riuniscono da oltre un anno), un tesseramento poco trasparente (che si rinnova ad anni alterni), il continuo rinvio del congresso provinciale (che per regolamento nazionale si sarebbe già dovuto svolgere mesi fa), la mancanza di un dibattito interno sui temi e sulle proposte da mettere in campo, circa l’articolazione degli enti locali e sulla città metropolitana come nuovo ente di governo del territorio provinciale, l’assenza di una strategia sul porto di Gioia Tauro, la mancata sensibilità rispetto ai temi dell’occupazione e della sanità pubblica nella Piana di Gioia”.
“Situazione emblematica dell’andazzo generale di tutto il partito è quella di Melicucco. Qui, nonostante vi sia un bacino ricco di potenziale umano e dalla lunga tradizione storica, i segnali tangibili dell’azione PD sono stati quasi del tutto irrilevanti, riconducibili solo ed esclusivamente ad apparizioni sporadiche di circostanza o totalmente autoreferenziali. Clamoroso è stato il tesseramento dello scorso anno, un’azione che definiremmo quasi “carbonara”, senza alcun tipo di coinvolgimento e informazione attiva sul territorio. Nonostante il commissariamento del tesseramento, a seguito di una puntuale segnalazione da parte delle varie sensibilità confluenti nel PD locale, il commissario provinciale Puccio ha sempre mantenuto una condotta assai discutibile, non rispettando affatto la coralità all’interno del partito”.
“Tali atteggiamenti di anonimato, lo scarso coinvolgimento di tutti i tesserati, l'assenza sul territorio e l'irrilevanza influenza nel panorama politico-sociale melicucchese hanno inevitabilmente fatto maturare e deflagrare la crisi del PD, generata già sul piano nazionale da un governo di centrosinistra geneticamente modificato nei suoi principi di fondo e nelle sue scelte legislative”.
Per tutti questi motivi, i diversi dirigenti e segretari di circolo del PD reggino, le personalità che si rifanno al mondo della sinistra e gli amministratori ed esponenti del mondo civico del centro sinistra reggino, hanno deciso di aderire ad Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista ed in particolare modo al processo Costituente del 3 Dicembre, pronti a far valere le ragioni del lavoro, della scuola e dell’università pubblica, dell’ambiente, del welfare per la costruzione di una società più giusta, per combattere le disuguaglianze e le ingiustizie”.