Lite automibilisti a Catanzaro. Inflitti 3 anni e 10 mesi all’imputato
Tre anni e dieci mesi di reclusione: è la pena inflitta a Vincenzo Marino, catanzarese di 31 anni, finito sotto processo per il violento pestaggio che, secondo l'accusa, avrebbe compiuto ai danni di un giovane medico per via di una precedenza non data ad uno stop. Lesioni gravissime, rapina aggravata, danneggiamento e violenza privata le accuse contestate all'imputato, e per le quali il pubblico ministero Alessia Miele aveva chiesto la condanna ad una pena non inferiore ai sei anni (sollecitando l'assoluzione per la sola violenza privata). I giudici (presidente Antonio Battaglia, a latere Antonio Rizzuti e Giovanna Mastroianni), alla fine, hanno concesso le attenuanti generiche e comminato una pena inferiore all'imputato, che al processo ha ammesso di aver colpito la parte offesa con un pugno e tre calci, ma a suo dire nel corso di una lite che avrebbe iniziato l'altro. Ben diversa la tesi della pubblica accusa, secondo la quale Marino avrebbe letteralmente aggredito il medico, la sera del 14 dicembre del 2008, vicino ad una stazione di benzina, a seguito di un diverbio nato per banali questioni stradali, picchiandolo al punto da causargli anche la rottura delle ossa nasali e di uno zigomo. Mesi dopo, ad aprile 2009, per quei gravi fatti a Marino fu notificata un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari - in seguito sostituiti con il solo obbligo di firma -, nell'ambito dell'inchiesta nata dalla denuncia del medico ferito. Poi il rinvio a giudizio e, questo pomeriggio, la sentenza di condanna contro cui i difensori dell'imputato, gli avvocati Alessio Spadafora e Antonio Ludovico, ricorreranno in appello una volta avute le motivazioni, che i giudici si sono riservati di depositare entro 60 giorni.