Faragò (Rifugio delle anime): “ripristino del culto e revoca del decreto”
“Nella realtà Paravatese si vive un problema opposto: la gente vorrebbe manifestare la propria fede con l’ardore di sempre ma non può farlo, poiché è ancora vigente il divieto di culto che priva i fedeli dell’eucarestia e, perfino, della possibilità di pregare a voce alta. Al popolo di Natuzza, che era abituato a recarsi quotidianamente nella villa della Gioia per pregare davanti alla effigie della Madonna ed alla tomba della mistica e di assistere alla Santa Messa, oggi invece è consentito solo in poche occasioni, in pratica quando è il Vescovo di Mileto a presenziare alle funzioni religiose”.
È il grido dei fedeli attraverso la nota dell’ingegnere catanzarese Francesco Faragò, che ricorda come “alcuni decenni fa, la Madonna chiese alla sua messaggera Natuzza la costruzione della Chiesa e di tante altre opere e la promozione dei Cenacoli di preghiera”
”Per la realizzazione del suddetto progetto voluto dalla Madonna - spiega Faragò - la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, “la sesta figlia” di Natuzza, “la più amata”, come Lei stessa soleva definirla, è stata lo strumento fondamentale e ciò è sotto gli occhi di tutti”.
”Ne è prova - aggiunge - la grandissima e bellissima nuova chiesa, terminata da due anni e stranamente non ancora consacrata, e la intensa attività dei Cenacoli di preghiera che si sono via via moltiplicati negli anni, espandendosi in tutta Italia e all’estero e operando in ogni posto alla luce del sole”.
“Dunque, se il progetto della nostra Mamma Celeste è stato portato avanti con devozione raggiungendo obiettivi importantissimi, ciò sta a significare che la Fondazione voluta dalla Mistica ha operato in maniera encomiabile e che lo statuto della medesima ha dato frutti eccellenti”.
Per Faragò poi non bisogna dimenticare che l’impegno profuso dalla Fondazione in questi anni “è stata la cura animarum (vedi le celebrazioni per giovani, famiglie, uomini, famiglie afflitte da lutti, l’ascolto delle persone e le confessioni) e oggi è proprio la Chiesa con decreto che dice no a tutto questo. Per quale ragione? – si chiede l’ingegnere.”
“Si ricorda che lo statuto della Fondazione, 20 anni fa, fu modellato su indicazione dell’anima di Monsignor Colloca (vissuto a cavallo del 900), comparso in visione a Natuzza. Nel corso di tale “incontro”, fu proprio Monsignor Colloca in spirito a suggerire a Natuzza di introdurre alcune modifiche importanti nello statuto, allo scopo di “blindarlo” da eventuali future inopportune pressioni.”
”Una profezia - continua - che ci lascia sbalorditi alla luce delle richieste di cambiamenti sostanziali dello stesso statuto, volute fortemente dal Vescovo ma respinte dai soci fondatori. Tutto ciò ha portato alla emanazione, dolorosa per il popolo di Natuzza, del Decreto del primo agosto di revoca del culto”.
“Penso che non sia difficile per un Vescovo seguire l’esempio di questi ultimi Papi – conclude Faragò - e riconoscere che il suddetto Decreto sia stato quanto meno inopportuno poiché va a ledere un’opera che ha le sue radici nel Cuore di Cristo. Infine, confidando nelle parole e nelle intenzioni del Vescovo Renzo di essere totalmente per noi e per la causa di Natuzza, attendiamo con fiducia che al più presto ci ripristini il culto. Intanto faccio un accorato appello a tutti i devoti affinché, nel frattempo, più numerosi di prima e nel dovuto silenzio, si ritorni tutti i giorni a fare compagnia alla Mamma Celeste che è lì, nella Villa della Gioia, ad aspettarci coll’amore e la premura di sempre, nonché a Mamma Natuzza che prega per noi e ci ricorda di volgere sempre lo sguardo a Gesù ed alla Madonna”.