Sanità in Calabria, Cgil: “Si chiariscano ragioni del deficit”
La Cgil “richiama la necessità di una assunzione di responsabilità della politica calabrese a far assumere un dibattito di merito al Consiglio Regionale della Calabria in una sessione specifica sulla sanità aperta ai Sindaci ed alle parti sociali”. Il tutto per fare chiarezza sulle responsabilità economiche, di gestione diretta delle risorse impegnate per la salute dei calabresi, caramente pagate attraverso balzelli addizionali esosi e improponibili, con servizi inadeguati al punto di spingere migliaia di calabresi a curarsi fuori dalla propria regione”. è una delle richieste della Camera del lavoro della Calabria in merito alla questione sanitaria.
E non solo, perché il sindacato chiede che “si attivino tutte le procedure necessarie a definire le ragioni di un deficit sanitario incolmabile, ricercandone i responsabili ovunque essi si trovino. Si proceda con le Commissioni di Accesso nelle strutture dipartimentali regionali e nelle Asp, si controllino accreditamenti a strutture private e i fondi assegnati, e si verifichi la correttezza e l’appropriatezza delle spese”.
Per le soluzioni l’organizzazione rimanda al documento scritto mesi fa in cui venivano esaminati, punto per punto, le aree in crisi: “la situazione della rete ospedaliera, quella della rete di emergenza e urgenza, il mancato adeguamento dei Lea, la medicina territoriale, la situazione dei pronto soccorso, la mancata partenza e responsabilità nella costruzione dei nuovi ospedali”.
“Non ci si limitava a denunciare il disastro - prosegue la Cgil - ma si proponevano soluzioni e si auspicava un confronto tra la gestione commissariale, la Giunta regionale e le parti sociali che aiutasse il dialogo e favorisse il superamento del conflitto istituzionale concretizzatosi. Si è scelto di andare al braccio di ferro, inutile e dannoso per lo stato in cui versa la sanità calabrese e, di recente, l’ultima messa in scena con minaccia di catene seguita dal fallimento di ogni iniziativa di rivendicazione portata fino a Palazzo Chigi, forte persino dell’adesione di ben 351 Sindaci della Regione”.
La Cgil calabrese è “disponibile al confronto. In una prospettiva diretta a migliorare le condizioni di accesso ai servizi sanitari dei cittadini, all'adeguamento e messa in sicurezza degli organici - funzionali ai bisogni di salute e non funzionali agli interessi dei partiti -, al raggiungimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, alla elaborazione e realizzazione di un vero e proprio “Piano di Salute e Risanamento” che superi ogni irrazionale Piano di Rientro”.