Sinergia istituzionale per la tutela dei minori: workshop di esperti a palazzo San Giorgio
L’assessore Lucia Anita Nucera comunica che martedì 5 dicembre si è svolto nella sede del Settore Welfare un incontro interistituzionale con la presenza di Fava del Policlinico Umberto I di Roma, delegata da Ardizzone, Siclari dell'Ufficio Scolastico Regionale, la dott.ssa Carrozza dell'Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni del Ministero della Giustizia e Romeo del Coordinamento dei Servizi Sociosanitari dell'ASP di Reggio Calabria, nonché la Responsabile del Servizio Minori del Comune di Reggio Calabria Marcianò. L’incontro, coordinato dall'Assessore al Welfare, Anita Nucera, è stato finalizzato ad analizzare la rilevazione del disagio adolescenziale nelle attuali forme di espressione ed in particolare il ritiro sociale, l'utilizzo inappropriato delle tecnologie e la dipendenza.
Dal confronto è emersa la necessità di aumentare la sinergia tra i vari attori istituzionali coinvolti, nella rilevazione degli esordi delle forme di disagio, laddove è maggiore la possibilità di formulare interventi efficaci per prevenire lo strutturarsi del disagio e della loro trasformazione in forme di disturbo. Considerato che i dati numerici sul fenomeno sono in crescita anche nella nostra realtà territoriale, è emersa la necessità di potenziare gli strumenti diagnostici ed i servizi preposti a prendere in carico le situazioni, i minori ed i nuclei familiari che presentano tali problematiche, seppur con la consapevolezza che tale necessità si deve confrontare con il numero contenuto di operatori cui ciascun Ente può far riferimento.
La discussione è poi proseguita nell'ambito del Seminario rivolto agli operatori dei servizi che a vario titolo seguono preadolescenti ed adolescenti ed i loro nuclei familiari. Oltre ad approfondire la tematica, sono stati presentati degli strumenti di intervento, come i protocolli, proposti dal Policlinico Umberto I, per il trattamento di questi minori che hanno suscitato grande interesse negli operatori e sono stati presentati alcuni casi seguiti con tali metodologie. Molto importante è stata la presenza di alcuni genitori di ragazzi che vivono questa particolare situazione.
Oltre a presentare la propria esperienza, hanno descritto il percorso che ha portato alcuni di loro a costituire un'associazione di familiari che formano rete, scambiandosi informazioni, orientandosi e sostenendosi reciprocamente. Tale associazione porta il nome di "Hikikomori", considerato che con tale termine viene indicata questa particolare forma di disturbo, caratterizzato come aspetto prioritario e non come collaterale ad altre patologie dal ritiro sociale, in Giappone, paese nel quale tale fenomeno è stato per primo rilevato ed analizzato, vista la grande incidenza che vi si riscontra, anche legata a fattori sociali e culturali tipici di quest'ambito territoriale.