Università Mediterranea, grande successo per il convegno sul lupo
Ha riscosso grande partecipazione la terza tappa di Universitaly Wolf Tour, un convegno itinerante partito dall’Università di Teramo e che coinvolge una dozzina di Atenei italiani, svoltosi nel dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. I temi affrontati sono stati quelli dei problemi legati alla convivenza tra uomo e lupo, trattati con un approccio che tiene insieme gli aspetti scientifici con quelli esperienziali e divulgativi, contribuendo a completare efficacemente il curriculum formativo degli studenti dei Corsi di Scienze Forestali e ambientali.
Durante il convegno sono stati affrontati diversi pregiudizi e luoghi comuni che occupano l’immaginario collettivo, per cui il lupo sarebbe definitivamente bollato come predatore feroce di pecore ed altri animali domestici, pericoloso per qualunque umano abbia la sventura di incontrarlo. Immagine, questa, che contraddice alcune recenti e numerose notizie di cronaca, che registrano invece sempre più numerosi e immotivati episodi di gratuita ferocia compiuti dagli uomini a danno di lupi e cani-lupo.
L’oggetto dell’incontro è stato piuttosto il vero Canis lupus; superpredatore, è vero, ma prezioso per l’ecosistema che esso stesso contribuisce a rendere efficiente ed equilibrato, con la sua opera di predazione a danno di selvatici come i cinghiali. Un lupo che, grazie ad una serie di circostanze favorevoli ed alla sua tenacia e resistenza, oggi sta tornando ad occupare ambienti che nel passato gli erano stati sottratti dagli stessi umani. Con esso i pastori (anche quelli calabresi, come testimoniato in alcune relazioni) stanno imparando a convivere, una volta compresa l’essenzialità della sua presenza. Un lupo, ancora, che va ben distinto dai suoi “cugini” cani randagi inselvatichiti che, andando alla ricerca di una nuova collocazione nell’ambiente dopo essere stati abbandonati, mettono in atto comportamenti e tecniche di caccia simili a quelli dell’antenato-lupo, ma indirizzandoli verso prede domestiche, più facili da catturare.
Un lupo, infine, da cui ci si può difendere, quando necessario, prendendosi cura del proprio bestiame con pochi e semplici accorgimenti. Da questo punto di vista il seminario ha rivalutato il ruolo di cani-pastore adeguatamente addestrati, approfondendo anche la conoscenza di alcune razze autoctone italiane presenti negli stessi territori del lupo.
L’evento ha contribuito a focalizzare meglio i problemi attuali, a conoscere e comprendere l’etologia del lupo e le motivazioni che stanno alla base dei suoi comportamenti, aiutando a studiarli in maniera più approfondita e invitando a creare e condividere una rete di conoscenze e di informazioni basate su dati scientificamente solidi. All’evento hanno partecipato oltre un centinaio di ospiti, studenti ricercatori e tecnici, nonché rappresentanti di associazioni e gruppi portatori di interesse nel settore ambientale e faunistico.
Relatori della giornata sono stati: Andrea Gallizia, fondatore del progetto Wolf Ethology con alcuni collaboratori; Giacomo Di Giustino, presidente del Movimento tutela civiltà pastorale abruzzese; Domenico Aiello, referente per la Calabria del WWF Young; Antonino Siclari e Sergio Tralongo, rispettivamente responsabile per la biodiversità e direttore del Parco nazionale d’Aspromonte. Presenti anche il direttore di Agraria, Giuseppe Zimbalatti; il presidente del Parco nazionale d’Aspromonte, Giuseppe Bombino; il comandante regionale carabinieri forestale Calabria, Giorgio Borrelli; i coordinatori dei Corsi di laurea triennale e magistrale in Scienze forestali e ambientali, Paolo Porto e Salvatore Di Fazio. Moderatrice e coordinatrice della tappa calabrese del tour. Venera Fasone, docente di Etologia e gestione della fauna presso il Dipartimento di Agraria, che ha tenuto anche la relazione introduttiva.