Spaccio nel catanzarese e vibonese: tre rinvii a giudizio, in sette con l’abbreviato

Vibo Valentia Cronaca
Emanuele Mancuso

Si va dalla detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti fino alla produzione e coltivazione di canapa indiana: sono questi alcuni dei quindici capi d’imputazione con cui il Gup del Grazia Maria Monaco, del Tribunale di Vibo Valentia, ha rinviato a giudizio dieci degli imputati coinvolti nell’operazione che nel giugno del 2017 portò all’arresto di una quindicina di persone ritenute responsabili della produzione, detenzione e spaccio di droga nel serrese.

Per sette di loro il Giudice per le udienze preliminari ha accolto il rito abbreviato: se condannato potranno contare su uno sconto della pena pari ad un terzo. Altre cinque posizioni sono state stralciate per difetti di notifica.

A processo andranno dunque Francesco Attilio Candido, 25enne di Isca sullo Ionio; Angelo Garieri, 32enne di Cardinale e Nino Emanuele, 29enne di Santa Caterina dello Ionio.

Rito abbreviato (l'udienza è stata rinviata al 7 marzo per le richieste di pena del pubblico ministero) invece per il figlio de “l’Ingegnere”, il presunto boss della 'ndrangheta Pantaleone Mancuso, Emanuele, 30enne di Nicotera. E poi per: Giuseppe Gamo, 28enne di Spadola; Francesco Cannizzaro, 28enne di Sant'Eufemia d'Aspromonte; Damiano Mamone, 35enne di Serra San Bruno; Cristian Francesco Valenti, 22enne di Serra San Bruno; Vincenzo Tino, 28enne di Capistrano e Manuel Delfino, 30enne di Reggio Calabria.