Manno (Bonifica): “Diga Melito. Governo emette piano invasi ma Oliverio è assente"
“Lunedi non andrò alla Cittadella Regionale: se Mario Oliverio ha a cuore la diga sul fiume Melito, quindi lo sviluppo della fascia centrale della Regione, venga al Consorzio di Bonifica. Lo aspettiamo a qualunque ora. Siamo persone che hanno dignità da vendere e un coraggio da leoni e non possiamo accettare prese in giro su fantomatici incontri che non si concretizzano per sciatteria, insipienza o chissà cosa altro”.
Grazioso Manno, presidente del Consorzio di Bonifica di Catanzaro, come fa in occasioni decisive non le manda certamente a dire. “Non possiamo accettare la presa in giro del Presidente della Regione che attraverso i suoi collaboratori garantisce l’incontro e poi nulla accade” - sostiene amareggiato. Parallelamente assicura che “mai e poi mai sarà stanco di continuare a lottare per una battaglia di civiltà, legalità e giustizia che po’ restituire autorevolezza alla Istituzioni regionali”.
Ma vediamo cosa è successo: “Il capo di gabinetto, Pignanelli (sicuramente in buona fede) – riferisce Manno –mi ha chiamato giovedì sera chiedendomi la disponibilità di incontrare il giorno dopo (ieri venerdì) il presidente della Regione. Naturalmente ho subito detto di sì liberandomi, come è buona prassi, dagli impegni. Ho aspettato fino alle 15:45 senza ricevere alcuna chiamata, nemmeno interlocutoria, dalla presidenza, né una risposta a due miei messaggi inviati, al presidente Oliverio e alla sua segreteria per conoscere l’ora dell’incontro. A parte ogni altra considerazione, tale comportamento è sinonimo di mancanza di rispetto. Subito dopo il mio ultimo messaggio, dal decimo piano della Cittadella Regionale, si sono affrettati tutti a chiamarmi, per prendere ulteriore tempo visto che il presidente era impegnato in Giunta”.
“È allora giunto il momento – rivela – di dire le cose come stanno: Oliverio è il peggior presidente della storia del regionalismo calabrese. Nessun altro ha fatto peggio di lui. E vi è un’ulteriore aggravante: molti suoi “consigliori” sanno solo dire “signorsì tutto va bene” mentre in realtà tutto va male con la Calabria che sta affondando. La nostra regione ha bisogno - continua - di amministratori seri, preparati, intelligenti, di dirigenti capaci di concretizzare politiche e occasioni di sviluppo e rispettosi della persona umana. Macchè, nulla di tutto questo”.
Poi ribadisce che lunedì prossimo, "come avevo annunciato e richiesto in questi giorni, non andrò alla Cittadella Regionale per provare a incontrare ufficialmente Oliverio e ottenere una posizione chiara e definitiva sulla Diga Melito con atti conseguenti. A questo punto, se vuole, venga lui al consorzio.
Niente Cittadella, sì invece, il 18 gennaio, alla “Seconda Presa di Porta Pia” – ricorda - a Roma, sotto il Ministero alle Infrastrutture per protestare con l’obiettivo di avere dal ministro Delrio la firma del decreto che sblocchi il finanziamento dell’opera”.
“Sono pronto a restare lì notte e giorno. Abbiamo ampiamente dimostrato, con atti e fatti, che ciò che chiediamo è giusto, legittimo, dovuto perché abbiamo combattuto per anni per arrivare a questo obiettivo” – dice ancora a denti stretti Manno, rimarcando che “non ci sono più ostacoli al finanziamento dell’invaso pronto a smentire con documenti chi guarda distrattamente le carte e non conosce la Legge di Stabilità approvata recentemente in Parlamento dove è inserito per la prima volta il piano invasi (o fanno finta di non sapere) né sanno che per la costruzione della Diga possiamo ricorrere al “Piano Junker”.
“Non accetto più ritardi e rinvii – chiosa Manno - perché non siamo i servi sciocchi e gli scendiletto di nessuno ma rivendichiamo il nostro ruolo Istituzionale che non può essere impunemente scalfito e messo in discussione”.