Comitato Terme Luigiane: “confronto serrato con Regione per recupero attività”
Dall’assemblea convocata dal Comitato dei lavoratori delle Terme Luigiane, svoltasi ieri presso le stesse strutture termali di Acquappesa e Guardia Piemontese, nasce la costituzione di un’Associazione con l’obiettivo di tutelare lo stato occupazionale dei lavoratori, come dell’indotto in forma continua, nonché lo sviluppo sostenibile delle stesse terme e di tutto il comprensorio, utilizzando i canali finalizzati alla promozione di attività turistici – termali, nel rispetto dell’ambiente e di tutte le altre risorse locali.
Un’Associazione per essere forti nella contrattazione con la Regione Calabria.
Tutto ciò è scaturito a seguito di una lettura attenta fatta al progetto che i Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese hanno presentato alla Regione Calabria per la trasformazione della concessione delle Terme Luigiane da perpetua a temporanea, a partire dalla stagione termale del 2019. Un progetto, che prevede un investimento di 44.521.000 euro, quasi tutti finalizzati a interventi di tipo edilizio (migliaia di metri cubi) su un territorio di appena 10 ettari e in zona soggetta a vincolo paesaggistico. L’intera documentazione del progetto è stata fornita al Comitato dei lavoratori delle Terme Luigiane direttamente dagli uffici competenti regionali, dopo che le due amministrazioni comunali avevano comunicato la loro indisponibilità.
I componenti del comitato hanno illustrato i contenuti del progetto all’assemblea dei lavoratori, alla presenza del segretario della Cisl, Gerardo Calabria, e del presidente del Consiglio del Comune di Acquappesa, Mario Poltero, rilevando "tutte le criticità presenti nella documentazione progettuale, che mettono a rischio la funzionalità delle terme a partire dalla stagione 2019 con una chiusura di almeno 7/8 anni".
"A fronte dei 44.521.000 milioni di euro di investimento – è stato sottolineato – non si conoscono le eventuali fonti di finanziamento, pubbliche o private; mentre viene previsto in un periodo di 15 mesi la realizzazione di nuove strutture alberghiere e termali senza tenere conto del tempo necessario effettivo di realizzazione delle opere, di tutti gli impianti e dell’ottenimento di tutte le convenzioni e certificazioni necessarie per aprire uno stabilimento termale".
“Il progetto presentato – è stato rilevato ancora - non prevede minimamente cosa succederà nel periodo di transizione che va dalla chiusura (dicembre 2018) alla nuova ipotetica apertura con le nuove strutture termali e il nuovo gestore della concessione, i cui tempi si possono stimare in un periodo di sette anni all’incirca. “La grande preoccupazione dei lavoratori è di restare a casa per vari anni, dopo i quali bisognerebbe rilanciare le terme e recuperare, impresa davvero ardua, il tempo perso e la competitività”.
Altri argomenti contestati riguardano: “il piano economico che prevede la durata della concessione in 31,8 anni, mentre la normativa ne prevede 30 anni a partire dal 2006; il dato sulla portata delle acque termali è totalmente errato e sovrastimato, per cui dirottando l’acqua sulle nuove strutture previste dal progetto, si creano le condizioni della chiusura immediata delle strutture già esistenti con la perdita di tutti i 240 posti di lavoro diretti e di tutti quelli indiretti. L’aspetto più allarmante per i lavoratori è forse quello del costo del personale che viene quantificato in 558.000 euro annui. Lavorerebbero quindi circa 55 lavoratori, meno di un quarto di quelli attuali (la Sateca spende per il personale circa 2.400.000 euro annui facendo lavorare circa 240 persone).
"Altro punto debole del progetto è legato alla stima potenziale degli utenti che viene individuata in 182.400 curanti, mentre il dato certo della clientela attuale ultima delle Terme Luigiane si attesta sulle ventimila presenze. Si pensi – hanno sottolineato i rappresentanti del Comitato dei lavoratori - che la regione Toscana, leader in Italia nel termalismo con le terme di Saturnia, Chianciano, Montecatini ed altre, arriva a registrare circa 170.000 utenti”.
"Da una parte - spiega la nota - il progetto prevede una presenza di 182.400 clienti, mentre dall’altra parte si prevede una spesa per il personale pari a 558.000 euro, sufficiente appena a coprire, guardando alle forme contrattuali di oggi, gli stipendi di 55 lavoratori, a fronte delle 240 unità contrattualizzati finora dalla Sateca".
"Preso atto dei contenuti del progetto regolarmente bocciato e respinto ai proponenti delle due amministrazioni comunali, il Comitato - in conclusione - ha sollecitato tutti i lavoratori a sottoscrivere il modello di adesione all’Associazione, aperto a tutti coloro che usufruiscono annualmente delle cure termali delle Terme Luigiane, per avviare una fase di confronto serrato e diretto con la Regione Calabria, in modo da arrivare al più presto, in forma indolore nell’arco dell’anno, alla individuazione del nuovo gestore della concessione delle acque termali delle Terme Luigiane, che dia continuità, sia nei servizi termali che nello stato occupazionale, salvaguardando tutte le potenzialità e gli insediamenti che potranno essere realizzati per migliorare ed accrescere le terme, come il territorio della fascia tirrenica in termini turistici e storici-ambientali".