Dambruoso al master sull’intelligence

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L’11 settembre per noi non è stato un fulmine a ciel sereno poiché a Milano dal 1996 al 2001 avevamo già compiuto 30 arresti di fondamentalisti islamici”. È quanto ha dichiarato il Questore della Camera dei Deputati Stefano Dambruoso durante la lezione che ha tenuto al master sull’Intelligence, diretto da Mario Caligiuri. Dambruoso, che è stato salutato dal Rettore dell’Ateneo Gino Crisci, ha ripercorso le norme che, sopratutto su sua iniziativa, sono state approvate in questa legislatura. Tali leggi hanno riguardato il contrasto e le aggravanti specifiche sul terrorismo con la creazione di una procura nazionale specializzata.

“Si è cercato di evitare il rischio della genericità - ha detto - impegnando il Parlamento a contrastare il terrorismo rispettando il diritto costituzionale”. Ha poi ricordato la “querelle” che lo ha visto opposto al giudice Clementina Forleo a metà del decennio trascorso quando quest’ultima definì tre marocchini arrestati “resistenti e non terroristi”. Ci fu bisogno di una sentenza della Corte di Cassazione per stabilire la pericolosità dei protagonisti. Il Questore ha poi evidenziato che la pista del denaro, così come intuì Falcone per la mafia, porta a risultati concreti anche nella lotta al terrore.

Dambruoso ha quindi dichiarato che la legge sulla deradicalizzazione, pur essendo stata approvata alla Camera e calendarizzata al Senato, non è stata poi approvata per disattenzione. Infatti, sarebbero bastate poche ore di lavoro per dotare il nostro Paese di uno strumento giuridico utile e avanzato per gestire il multiculturalismo e il radicalismo non solo nelle scuole ma anche nelle carceri e sul web, prevedendo anche la creazione di un ufficio di coordinamento presso il Ministero dell’Interno. Dambruoso si è poi intrattenuto con gli studenti del Master rispondendo alle loro numerose domande.