Si è conclusa anche la quinta giornata del Campus Galatea
Il Liceo Scientifico F.lli Vianeo ed il Liceo Classico “P.Galluppi” ieri mattina in due momenti diversi, Maria Joel Conocchiella e i genitori di Celestino Fava, vittima innocente di mafia.
Prima di cedere la parola agli ospiti, l’alunna Ilaria Muggeri del Liceo Scientifico ha letto la preghiera laica, “Mare Nostro”, di Erri De Luca, dedicata ai migranti che con il loro carico di sogni e speranze, solcando il Mediterraneo, incontrano la morte; contemporaneamente sullo schermo veniva proiettato il lavoro in Power Point realizzato dagli alunni della classe seconda A, dedicato al Mediterraneo come luogo di incontro di culture e popoli diversi.
Ha incantato la platea Maria Joel Conocchiella, iscritta alla facoltà di giurisprudenza a Reggio Calabria, è entrata nell’associazione “Libera” all’età di 15 anni. Da allora si è fatta conoscere e apprezzare sempre più per il suo carisma e per il suo entusiasmo tanto da divenire referente dell’associazione a livello regionale. Da tre anni è tra le principali animatrici del cineforum che “Libera” sta tenendo sia a Vibo sia nei paesi della provincia.
Nel suo discorso la giovane Maria Joel ha presentato con entusiasmo l’associazione di Don Luigi Ciotti, nata nel 1995, per ricordare le vittime innocenti di mafia e per “Incanalare la rabbia per la mafia in qualcosa di positivo”. Tutti ricordano Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, ma ci sono molte altre vittime della mafia delle quali bisogna rinnovare sempre il ricordo, perché, come diceva Foscolo, “la memoria serve a grandi cose”.
“La mafia è come una piovra – ha detto la referente di Libera - si infiltra nella quotidianità con la sua sottocultura. Vi sono tre sottoculture: la cultura delle mafie, la cultura filo ‘ndranghetista e la cultura dell’omertà che con il suo silenzio aiuta volontariamente la mafia stessa. Il motore del cambiamento, siamo noi non solo lo Stato: “Iniziamo a ballare al ritmo di una musica controcorrente” diceva Bennato. I mafiosi in Italia, ufficialmente riconosciuti, sono 4.000. Come è possibile che sessanta milioni di Italiani non riescano a contrastarli”?
E nella seconda parte della mattinata i genitori di Celestino Fava vittima innocente di mafia, vengono accolti da un lungo applauso. Oggi sono stati qui con noi per condividere il ricordo di Celestino, un ragazzo semplice che il 23 maggio avrebbe compiuto 44 anni, ma che non ha avuto il diritto di essere con i suoi cari, di vivere la sua vita, di gioire dell’affetto del suo fratello gemello e dei suoi amati cugini. Celestino è morto perché ha voluto accompagnare un amico in campagna, per un atto di generosità, perché inconsapevolmente ha visto ciò che non doveva vedere.
Nessuno ha detto niente, ovviamente per paura ed omertà, gli assassini rimangono ancora oggi sconosciuti. La storia di Celestino è stata rievocata attraverso uno struggente video e raccontata dalla zia del ragazzo, Annunziata Zirilli, perché i genitori, per la grande emozione e commozione, non sono stati in grado di parlare. Il diciassette luglio del 2003 Celestino è stato riconosciuto vittima innocente di mafia.
“Vogliatevi bene e rispettatevi, impegnatevi nello studio per una società coerente e giusta. Cercate di seguire la retta via, non ascoltate le persone che vi promettono un lavoro, che vi promettono la luna, perché vi portano solo alla morte”: è questo l’accorato appello del padre di Celestino e ancor ha aggiunto Annunziata Zirilli “Vivete la vostra vita nella legalità, non calpestate i valori che i nostri nonni ci hanno tramandato, non fate mai azioni di cui potreste pentirvi e vergognarvi, fate catena tra di voi e, ricordate, la cultura vi aiuterà ad essere liberi”.
L’ultimo messaggio rivolto a tutti gli studenti da parte di Maria Joel è stato: “abbiate coraggio”, secondo l’etimologia latina del termine, corhabere, avere cuore.
Ha invitato, infine, a partecipare il 21 marzo alla marcia di Libera a Vibo Valentia per ricordare le vittime innocenti di mafia. In questa giornata quella che è una tragedia, ovvero la morte di un caro innocente viene trasformata in un seme di giustizia, legalità e fratellanza. Ricordiamo a questo proposito il mito di Proserpina. Proserpina figlia di Cerere, viene rapita da Plutone dio degli Inferi. La madre Cerere dea delle messi la cerca dovunque. Alla fine Giove re degli dei, mosso a compassione dalle lacrime di Cerere, interviene e concede a Proserpina di trascorrere 6 mesi, cioè la primavera e l’estate, sulla terra con la madre, e sei mesi, autunno e inverno, negli inferi con Plutone. È un mito, quindi, che serve a spiegare l’alternarsi delle stagioni. Come Proserpina che dal regno dei morti passa il 21 marzo al mondo dei vivi, così le vittime di mafia il 21 marzo rivivono nel ricordo di noi tutti.
I sogni portati via alle vittime della mafia devono e dovranno essere realizzati da noi: solo noi, con le nostre scelte quotidiane possiamo essere il vero motore del cambiamento.
Sempre al Liceo Classico “P.Galluppi” e all’istituto Professionale Turistico, invece, gli studenti hanno avuto il piacere di ascoltare lo scrittore tropeano Pasquale De Luca.
De Luca nasce e vive a Tropea, collabora con riviste e giornali, anche a livello nazionale, scrittore e poeta apprezzato dalla critica e dai lettori. Egli è fondatore e organizzatore, nonché presidente del Premio Internazionale di Poesia Tropea: “Onde Mediterranee”. Alcune sue opere di narrativa e di poesia sono state pubblicate in riviste letterarie in Antologia poetica.
Il romanzo del quale abbiamo discusso oggi si intitola “La Terra di Filomena”. È l’opera di esordio del professore De Luca. Si tratta di un romanzo coinvolgente, chiaro nel linguaggio, costituito da una prosa agile e da un forte realismo. Esso appartiene al sottogenere del “Romanzo storico”, perché ha un’ambientazione decisamente storica: la Seconda guerra Mondiale, il Dopoguerra e la ricostruzione. Sebbene i personaggi risultano fittizi, essi costituiscono un microcosmo locale, riportato nella grande storia nazionale ed internazionale del suddetto periodo.
L’opera “la Terra di Filomena” procede lungo il filo della memoria, del racconto e ci ricorda vicende caratterizzate dalla sofferenza, dal dolore, e dal riscatto di donne e di uomini, di un’intera comunità, cioè quella tropeana. Protagonisti assoluti sono soprattutto le donne, le figure femminili: Filomena, semplice ragazza di campagna; a muta a’ Lena, giovane donna che aiuta sempre la protagonista; la Madonna di Romania, che protegge sempre la Città e i suoi abitanti; la sindachessa di Tropea, che rimane in carica fino al 1960, operando molto nel sociale.
Nel romanzo colpisce lo spazio che si dà all’aspetto folkloristico, con molte pagine dedicate alla descrizione di feste religiose e di eventi particolari, molti nelle quali tutt’ora presenti nella comunità tropeana e che rendono ancora reale la lettura del romanzo. L’intervento del professore De Luca, oggi ci ha arricchito attraverso la scoperta di valori veri, quali l’amicizia, la solidarietà, la tolleranza, l’amore, il senso di appartenenza in una comunità, che, nell’epoca della globalizzazione e della tecnologia, spesso sembrano scomparsi.
All’Istituto Alberghiero di Tropea, invece, stamattina grande momento di partecipazione tra i ragazzi della scuola e gli operatori turistici del comprensorio. Infatti, sono stati realizzati dei colloqui di lavoro con esperti del mondo esterno in base alla redazione del curriculum vitae preparato, dopo accurata preparazione di base, dagli studenti, nell’ambito delle attività di Alternanza Scuola-Lavoro.
La seconda parte della mattinata, invece, ha animato i presenti per via di un concorso di cucina interno all’istituto, il quale non solo ha impegnato i ragazzi nella competizione, ma ha anche fatto registrare buoni risultati in termini di piatti e di qualità gastronomica. La gara ha visto trionfare su tutti tre studenti (1°,2° e 3° classificato).