Otto persone intossicate da monossido di carbonio, scatta l’emergenza
Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Soveria Mannelli ha attuato una perfetta task-force organizzativa per far fronte all’intossicazione da monossido di carbonio di otto persone appartenenti allo stesso nucleo familiare e giunte il 22 febbraio scorso nel nosocomio montano.
Pochi minuti dopo mezzogiorno di giovedì, nel Pronto Soccorso era arrivato un giovane paziente di circa 40 anni, accompagnato da alcuni parenti che avevano spiegato ai medici come l’uomo accusasse da un paio di giorni, e con una lenta e graduale progressione, "uno stato di obnubilamento del sensorio e periodi sempre più profondi e più prolungati di sonnolenza”.
L’esame clinico aveva confermato uno stato di malessere di probabile interesse neurologico, con un quadro soporifero tale da convincere i sanitari ad indagare su questo aspetto con degli approfondimenti laboratoristici.
Gli esami successivi avevano però allarmato i medici, indirizzandoli immediatamente verso una diagnosi di intossicazione acuta da inalazione da monossido di carbonio.
Avuta la certezza diagnostica è scattata così l’emergenza medica per assicurare al paziente le misure più adeguate per contrastare l’intossicazione, con il supporto rianimatorio e utilizzando sia i presidi disponibili localmente, sia attivando l’immediato trasferimento in elisoccorso in un centro dotato della camera iperbarica.
Intanto, anche gli altri abitanti nella palazzina interessata, sette in tutto, che più o meno soffrivano della stessa sintomatologia del primo caso, erano stati immediatamente accompagnati al Pronto Soccorso e dagli esami effettuati per tutti si erano rilevati i valori in incremento sempre della “Carbossiemoglobina”.
Il “reclutamento” degli altri sette aveva configurato un quadro di probabile “intossicazione ambientale” che coinvolgeva più persone residenti negli appartamenti nello stesso stabile, per cui il medico di guardia del Pronto soccorso aveva allertato gli organismi istituzionali: sindaco, Arpacal, vigili del fuoco, carabinieri e Uffici tecnici dell’ASP, sia per avviare delle iniziative protettive urgenti, come lo sgombero totale del fabbricato, ma anche per individuare l’eventuale causa che aveva determinato la contaminazione così da procedere anche ad una successiva bonifica.
Anche la presenza dei vertici dell’Azienda sanitaria si è dimostrata efficace, per il continuo contatto con il Direttore Generale dell’ASP di Catanzaro Giuseppe Perri e con il Direttore Sanitario dei Presidi Associati dell’Asp Antonio Gallucci, che è giunto al pronto soccorso montano.
Il neo direttore della Centrale Operativa del Suem 118 di Catanzaro, Antonio Talesa, ha disposto per Soveria Mannelli tre trasporti con il servizio elicotteri, per altrettanti pazienti, destinati al Centro specialistico di Palmi, dotato della camera iperbarica, presidio fondamentale per la disintossicazione da monossido di carbonio.
Inoltre sono state messe a disposizione altre due ambulanze per il trasporto degli altri due intossicati, questi ultimi, rispetto ai primi, però con minore impegno clinico.
Una vicenda grave che, grazie alla sinergia di tutti, si è risolta favorevolmente per i cittadini coinvolti.