Pianopoli, dalla riunione Pd l’invito a cambio passo di Mario Oliverio
Necessità e obbligo di "ritornare sul territorio, tra la gente ed il popolo del partito democratico", per cambiare pelle e costume. È emerso domenica nella riunione del Partito democratico a Pianopoli. Incontro cui ha preso parte ormai il dimissionario segretario regionale, Ernesto Magorno, che ha avuto parole dure e di forte critica. Magorno ha infatti invitato alla “necessaria e non più rinviabile accelerazione e cambio di passo nell'azione di governo regionale di Mario Oliverio”.
Dalle cose sentite a Pianopoli domenica mattina, ci sono i mezzi e le risorse intellettuali e morali perché il Pd riparta. Questo l'intendimento e questa la volontà delle centinaia di persone presenti, nessuno escluso. In questo senso, una sana azione di opposizione nel parlamento e nel paese, servirà a recuperare e a rinsaldare il rapporto ed il legame che deve continuare ad esserci tra il Pd e la sua gente.
E il Partito Democratico visto a Pianopoli domenica mattina, tutto è tranne che un partito ripiegato su se stesso e in ginocchio. L'evento organizzato dal circolo locale del Pd, alla presenza dei tre parlamentari eletti in Calabria oltre a centinaia di iscritti e militanti, provenienti , in questa prima giornata primaverile, non solo da Pianopoli ma tutta la provincia, hanno dato luogo ad una splendida, autentica e partecipata manifestazione politica.
Filo conduttore della manifestazione è stato, infatti, in primo luogo quello di esserci, per capire e ragionare su cosa sia successo il 4 marzo. In punta di piedi, quasi defilata, la presenza del padrone di casa, nonché segretario provinciale del Pd catanzarese Gianluca Cuda, che rispettoso della prassi, ha rinviato la riflessione collettiva a martedì pomeriggio alle 16, quando nella sede del partito regionale si riunirà la direzione provinciale. I protagonisti sono invece stati loro: i tre parlamentari eletti, e quella che una volta si definiva, la "base", attenta e attiva, turbata e consapevole, che è accorsa in massa, per sentire i rappresentanti della Calabria democratica nel paese.
Da quanto ascoltato e registrato da tutti, "non si andrà a Roma con il cappello in mano", ma si andrà per portare le istanze e i disagi di un intera comunità meridionale. I tre interventi sono stati veri, nel senso che non sono stati nascosti limiti e responsabilità, individuali e collettive, e nei tre interventi che si sono susseguiti, sono echeggiate parole "antiche" mai come in questo caso, doverose, come, nelle parole della deputata di Cosenza Enza Bruno Bossio, della necessità di "una sana autocritica" su una serie di questioni, a partire dalle insufficienze delle misure prese e dall'azione dei governi di centrosinistra, oppure, nel caso del professore Viscomi, ponendo l'accento sui limiti dell'azione riformista e dei processi di cambiamento di questi anni.
Nell'intervento di Ernesto Magorno, libero oramai, perché dimissionario, dall'impegno di segretario regionale del Pd, le parole più "schiette e crude" su quanto è stato fatto in questi anni, e su quanto, ancora molto, resta da fare. Un intervento il suo, per certi aspetti spietato sulle responsabili individuali, a partire da quelle sue, e collettive, che coinvolge tutti i gruppi dirigenti regionali, con un monito, rivolto a tutti, di fare ogni sforzo per evitare, tutti assieme, il paventato rischio di un commissariamento del Pd Regionale.