Intelligence, Roberto Cingolani: “Fondamentale conoscere l’intelligenza artificiale”
“E’ fondamentale capire gli sviluppi dell’intelligenza artificiale e della robotica applicate alla quotidianità”. In questo modo Roberto Cingolani, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, ha concluso la sua lezione al Master in Intelligence diretto da Mario Caligiuri che lo ha introdotto. Cingolani ha sottolineato come il lavoro dello scienziato debba avere necessariamente due punti di riferimento: uno sguardo etico non influenzato da improvvisatori che parlano senza conoscere l’argomento; l’importanza della competenza come fattore indispensabile nello sviluppo delle tecnologie.
Il Direttore dell’IIT ha poi evidenziato come la velocità con la quale le tecnologie si sviluppano determinerà un’evoluzione, nei prossimi cinque anni, che sarà pari a ciò che abbiamo assistito nei precedenti cinquemila. L’intelligenza artificiale, ha poi precisato, non potrà raggiungere l’intelligenza umana per gli insormontabili limiti tecnici. Cingolani non è completamente d’accordo, inoltre, sulle accuse rivolte al ruolo della robotica nei settori produttivi. In particolare, nonostante riconosca l’impatto che tali tecnologie avranno sulla società, non condivide le posizioni più allarmistiche che insistono sulla futura perdita di posti di lavoro cagionata dallo sviluppo della robotica.
Il Direttore sottolinea l’importanza delle misure che valorizzeranno l’investimento culturale orientato all’educazione attraverso un modello d’istruzione lungimirante che sappia preparare la società in modo adeguato. Le prospettive della tecnologia infatti sono anche quelle di creare nuovi ruoli e nuovi sistemi produttivi diminuendo gli sprechi e valorizzando le risorse.
Per Roberto Cingolani, di fatto, i veri pericoli imputabili all’intelligenza artificiale non sono quelli legati al suo sviluppo incontrollato, così come affermato da alcuni studiosi e imprenditori presenti da decenni nel settore. Piuttosto, ha evidenziato, il pericolo consiste nella circostanza che l’uomo la utilizzi in modo inopportuno invece di promuovere lo sviluppo dell’umanità.