Reggio. Piano Strategico, Falcomatà: “una sfida epocale”
Illustrate dal Sindaco della Città Metropolitana, Giuseppe Falcomatà, e dal Consigliere Metropolitano Delegato alla pianificazione strategica, Fabio Scionti, le linee d'indirizzo del Piano Strategico nel corso del tavolo tematico di avvio di concertazione per il piano strategico dello stesso Ente.
Presenti a Palazzo Alvaro i quattordici sindaci facenti parte dell’“Associazione Comuni Area dello Stretto”: Giuseppe Roberto Vizzari, riconfermato presidente dell’Associazione e Sindaco di San Roberto; Gregorio Giuseppe Frosina, Bagnara Calabra; Domenico Romeo, Calanna; Rocco Alessandro Repaci, Campo Calabro, rappresentato da Francesco Agostino, Presidente del Consiglio Comunale di Campo Calabro; Pietro Fallanca, Cardeto; Stefano Repaci, Fiumara; Michele Spadaro, Laganadi; Giovanni Verduci, Motta San Giovanni; Stefano Calabrò, Sant'Alessio in Aspromonte; Francesco Malara, Santo Stefano in Aspromonte; Pasqualino Ciccone, Scilla; Maria Grazia Richichci, Villa San Giovanni; Ugo Suraci, Montebello Jonico.
Con l'entrata in vigore della legge Delrio 56/2014, il piano strategico diventa per le Città Metropolitane, un obbligo e non più un atto volontario. Si tratta di uno strumento “nuovo”, che deve conciliare il contenuto normativo con la necessaria natura partecipativa e cooperativa. Il delegato Scionti, ha esposto la sua visione integrata e rivolta al futuro delle linee di sviluppo del piano strategico, una progettualità territoriale che sperimenta un metodo innovativo di soluzioni attraverso il confronto e la co-progettazione dei territori. Questo strumento viene adottato per poter definire gli obiettivi di sviluppo, integrazione e coesione dell'intero territorio, mettendo a sistema e coordinando le ricchezze territoriali, sociali ed economiche in una logica di cooperazione tra le pubbliche amministrazioni.
Parla di una “sfida epocale” Giuseppe Falcomatà, “con questo strumento- afferma- intendiamo valorizzare le energie, l'intelligenza e la creatività, di tutta l'Area Metropolitana, solo così potremo garantire le giuste condizioni di sviluppo e conseguentemente di benessere dell’intero territorio. Occorre, dunque, programmare in maniera certosina visioni, strategie e azioni volte al potenziamento dei punti di forza delle varie realtà locali”.
“Gli enti locali si trasformeranno in motori di sviluppo territoriale. Dovranno avere la capacità di integrare e pianificare servizi tenendo – aggiunge Scionti -insieme le diversità, specificità e le continuità territoriali per uno sviluppo eco-sostenibile del territorio, privilegiando il consumo suolo zero, attraverso la riqualificazione di aree già urbanizzate. In quest'ottica, la visione della città metropolitana non sarà più percepita come il frazionamento dei 97 comuni facenti parte dell'area metropolitana, bensì come un insieme di grandi quartieri di un unica area omogenea”.