Grande Guerra. L’Icsaic festeggia 35 anni di attività con un nuovo progetto

Cosenza Attualità

L’Icsaic, Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea, festeggia i suoi 35 anni con un progetto su “La Calabria, la Grande Guerra e la Brigata Catanzaro.

L’ente nato ad opera di un gruppo di studiosi è diventato un punto di riferimento per gli studi storici della Calabria nel Novecento.

Il nuovo progetto dell’ente rimarca attraverso pubblicazioni ricerche e sensibilizzazione scolastica le imprese dei partigiani impegnati nella liberazione nazionale dal nazifascismo.

L’istituto inoltre fa parte della federazione di istituti – più di sessanta tra regionali e provinciali – associati all’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri” di Milano, fondato all’indomani del secondo conflitto mondiale per sottolineare il grande ruolo svolto dal movimento resistenziale italiano. Un movimento al quale hanno aderito migliaia di giovani calabresi combattendo al nord del Paese.

L’Istituto, infatti, conserva tra l’altro il materiale cartaceo lasciato da alcuni protagonisti della vita politica calabrese nel Novecento e di alcune formazioni politiche e sindacali regionali. Si tratta di fondi che possono essere consultati dal pubblico, fatte salve le norme di legge. Con un progetto in corso per loro messa online sul sito dell’Istituto (Icsaicstoria.it), grazie alla collaborazione della Fondazione Carical e della Presidenza della Regione Calabria, gli utenti possono già consultare da remoto i fondi Anpi Cosenza e Francesco Malgeri. Sullo stesso sito, che lentamente sta diventando un portale sulla storia contemporanea della Calabria, è possibile inoltre visionare (e scaricare gratuitamente) quasi duecento tra saggi e articoli scientifici editi e inediti, nonché decine di libri sulla storia della Calabria contemporanea.

La biblioteca specializzata nella storia contemporanea, ricca di migliaia di volumi e di riviste storiche e negli anni visitata da studenti e studiosi, infine, è stata versata alla Biblioteca Tarantelli dell’Università di Rende, dove da alcuni anni l’Istituto ha sede.