Poste. Contact Center di Lamezia potrebbe chiudere, Slp Cisl: a rischio 22 lavoratori
Si dice fortemente preoccupato “per il piano di trasformazione del Coo in ambito Funzione Assistenza Clienti, in particolare per ciò che attiene al piano di ottimizzazione dei Contact Center, a seguito del quale è prevista la chiusura del sito calabrese di Lamezia Terme” che attualmente impiega 22 risorse, invece delle 45 previste inizialmente.
A sostenerlo è Vincenzo Cufari, segretario della Cisl Slp Calabria in una lettera inviata ai vertici di Poste Italiane in cui ricorda come il sito sia nato circa quattro anni fa “per compensare il grande numero di risorse eccedenti (ben 92) a seguito di una selvaggia e contestata riorganizzazione del CMP di Lamezia Terme e rappresenta, oltre all’ottimo aspetto operativo, un’importante realtà occupazionale”.
Oltre ad esprimere la propria contrarietà in merito alla chiusura del centro, il sindacalista afferma di nutrire dubbi circa la decisione di inserire, in alcuni Contact Center in ambito nazionale, 60 risorse tra quelle in uscita dai vari TSC a seguito della riorganizzazione, cosa che a detta del segretario Cisl comporterebbe “l’incomprensibile ingresso di risorse non professionalizzate e la conseguente fuoriuscita di quelle professionalizzate, con la chiusura di centri attivi e funzionali che svolgono un lavoro tranquillamente remotizzabile”.
Cufari, nella missiva, esprime pertanto la protesta della Slp Cisl per quella che definisce come “l’ennesima azione depredatoria di posti di lavoro a cui è continuamente sottoposta questa regione, ed in particolare la provincia di Catanzaro che nel giro di pochi anni ha subito la chiusura del Deposito Territoriale (circa 10 risorse) e recentemente quella del Centro Contabile e del PACG (circa 30 risorse)”.
“Considerando che tali risorse dovrebbero essere ricollocate in ambito sportelleria MP, - prosegue Cufari - evidenziamo come tale operazione andrebbe a ridurre sensibilmente la possibilità di trasformazione da part-time a full-time per i numerosi operatori della nostra regione che da anni attendono la trasformazione del loro contratto e che percentualmente pongono la Calabria al primo posto tra le regioni d’Italia”.
Secondo il rappresentante sindacale, il Contact Center di Lamezia Terme, inoltre, se implementato alle risorse originariamente previste (45), potrebbe rappresentare una valida alternativa per la gestione delle eccedenze esistenti in PCL, “che – dice – altrimenti confluirebbero in ambito MP, congestionando a loro volta le possibili sportellizzazioni”.
Cufari conclude la lettera ribadendo di ritenere che il Contact Center di Lamezia Terme “possa e debba proseguire la sua attività, anche per non penalizzare una terra vilipesa da tutti i punti di vista”.