Pon Inclusione: si avvia a Reggio il progetto di lotta alla dispersione scolastica
Si è tenuto nei giorni scorsi presso l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Reggio Calabria, guidato da Lucia Nucera, il tavolo tecnico che dà avvio all’attuazione nella città del Progetto Nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom, sinti e camminanti per il contrasto della povertà educativa nell’ambito delle risorse messe a disposizione dal Pon Inclusione a valere sul Fondo Sociale Europeo per il 2014/20.
Sono tre gli ambiti di azione interessati: la rete locale dei servizi, la scuola e i contesti abitativi.
Proseguendo un percorso di sperimentazione avviato negli anni precedenti, con il Tavolo delle Città riservatarie ex lege 285/97 tra le quali Reggio Calabria, e con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sarà l’ Istituto Comprensivo Radice – Alighieri di Reggio Calabria a essere destinatario delle azioni dirette a promuovere una comunità più inclusiva e a combattere la dispersione scolastica.
«Le finalità generali delle linee progettuali sono rivolte a ridurre la marginalità estrema mediante interventi di inclusione sociale e scolastica delle famiglie, dei bambini e degli adolescenti appartenenti alle comunità Rom, Sinti e Camminanti con un particolare attenzione al miglioramento dell’inclusione scolastica e del successo formativo e contrasto alla dispersione scolastica». Informa Lucia Nucera, che sottolinea un ulteriore aspetto: «Considerate le caratteristiche metodologiche e operative del progetto, i destinatari delle azioni del PON “ Inclusione” possono essere suddivisi in destinatari diretti e indiretti. I destinatari diretti sono i bambini e ragazzi rsc tra i 6 e i 14 anni - ma, evidenzia Lucia Nucera - destinatari indiretti, sono tutti i bambini e ragazzi non RSC, iscritti nelle classi e scuole coinvolte nel Progetto, così come i dirigenti scolastici, il corpo docente e personale ATA e più in generale i responsabili e operatori dei settori sociale e sociosanitario, e più in generale della rete locale per l’inclusione».
Il lavoro nei contesti abitativi – si legge nella scheda di presentazione - è finalizzato pertanto ad integrare gli obiettivi di sostegno scolastico con quelli volti alla promozione del benessere complessivo del bambino in relazione alla sua famiglia.
Le attività cercheranno quindi di rafforzare il lavoro realizzato in classe con accompagnamenti individualizzati e di gruppo, nonché di favorire il miglioramento dell’accesso ai servizi socio-sanitari dei minori RSC e delle loro famiglie. Diverse le azioni da realizzare nel contesto scolastico: dalla formazione dei formatori ai laboratori, sostegno socio educativo extrascolastico, attività di continuità educativa nei mesi estivi, monitoraggio delle condizioni di vita nei contesti abitativi, empowerment per l’accesso ai servizi e diffusione di un modello di educazione alla salute, accompagnamento e dialogo scuola-famiglie.