Sanità. Scalzo (Pd) su ospedali di montagna
"Non credo che la polemica aiuti i comprensori di montagna che rischiano, al di là di ogni conferenza stampa di rassicurazione, un forte impoverimento dei servizi sinora forniti dai loro ospedali di riferimento". E’ quanto afferma in una nota l’on.le Antonio Scalzo, consigliere regionale del Partito Democratico, in riferimento alla vicenda che riguarda il ridimensionamento dei presidi ospedalieri e, in particolare di quelli di montagna. "Se il Presidente Scopelliti ha affermato che gli ospedali di montagna sono stati salvati da una sicura cancellazione, vorrei fare notare che quanto anticipato mediaticamente dall’attuale Presidente è tutt’altro che un salvataggio. Come si fa, infatti, a subordinare il ruolo di ospedale di montagna ad una presunta fase sperimentale sino al 2012, senza che vi sia un documento ufficiale e consultabile, e quindi una seria programmazione, che preveda risorse finanziarie ed umane? Non solo, dalle conferenze stampa del commissario dell’ASP di Catanzaro, Gerardo Mancuso, abbiamo appreso che anche il piano funzionale aziendale, quindi un documento di vera programmazione sul territorio, non è in linea con gli stessi annunci pubblicitari di Scopelliti, non assegnando agli ospedali di montagna, quello di Soveria Mannelli per il Catanzarese, risorse e pianificazioni adatte al ruolo annunciato ed a quello sinora svolto da quel nosocomio". "E la situazione – continua Scalzo – è la medesima di quella in cui si trovano gli altri ospedali di montagna che si trovano in Calabria, e cioè Serra San Bruno, San Giovanni in Fiore, Acri. Tutti ospedali che, per la loro specificità e per le caratteristiche orografiche e demografiche del territorio in cui insistono, svolgono anche le attività di degenza previste per i presidi ospedalieri di base per acuti (medicina, chirurgia, ginecologia, pediatria) nonché le attività e le degenze specializzate attualmente esistenti. Sul punto, inoltre, sorprende che lo stesso Presidente della Commissione Consiliare Sanità, l’on.le Nazareno Salerno, per il ruolo istituzionale super partes che ricopre, si affanni a rilasciare dichiarazioni a difesa dell’azione del Presidente Scopelliti". "Per quanto riguarda la paventata chiusura del nosocomio di Soveria Mannelli, personalmente – conclude Scalzo – ebbi modo di fare parte di una delegazione che aveva chiesto ed ottenuto dal Presidente Loiero, non la chiusura ma il riconoscimento di casa della salute nonché ospedale di montagna in quel piano di rientro varato dalla precedente giunta; piano di rientro che, a parte le diverse slides delle conferenze stampa di Scopelliti, continua a rimanere l’unico documento ancora consultabile, e quindi sul quale seriamente si possa discutere. Il mio invito, senza pretesti e strumentalizzazioni, è sempre rivolto a chi vuole costruire e non distruggere: per fare chiarezza sull’argomento ci si documenti bene su tutti, sottolineo tutti, gli atti deliberativi della Giunta Loiero, prima di allarmare comprensori sul rischio di perdere servizi essenziali come quello legato alla salute di tutti noi".