L’Europa ‘richiama’ la Calabria, tra occasioni perse e fondi non spesi
“L’Europa richiama la Calabria e dice: cosa state combinando? Sono andati persi miliardi di euro dei fondi Ue che potevano creare occasioni reali di crescita per il territorio; risorse che avrebbero consentito a molti giovani di costruire il loro futuro qui, nella loro regione. Su tre miliardi previsti per questa regione sono stati presentati progetti solo per il 60 per cento e ne sono stati realizzati una minima parte”. Sono le considerazioni di Lorenzo Cesa, eurodeputato del Partito Popolare Europeo, intervenuto al convegno sul tema “Calabria chiama Europa” tenutosi a Feroleto Antico (Catanzaro).
L’incontro è stato organizzato in collaborazione con l’Unione di centro della Calabria rappresentata dal segretario regionale Franco Talarico e da molti altri rappresentanti territoriali del partito. Dopo aver sonoramente ‘bacchettato’ la Calabria per i suoi tanti ‘treni persi’, Cesa ha esortato i numerosi partecipanti al dibattito a ripartire dallo scudo crociato, simbolo dei valori cristiani a cui si ispirano l’UDC e il PPE. “Dobbiamo difendere le nostre radici – ha affermato l’eurodeputato – senza di esse non si va da nessuna parte. Nell’agone politico dobbiamo esprimere la nostra concretezza per mantenere il Welfare, per dare sostegno alle classi sociali più deboli”.
Il segretario nazionale dell’UDC ha poi sentenziato: “Smettiamola di fare politica sui social, facendo promesse che non possono essere mantenute. In questo momento il PPE è il più grande partito europeo che sta tenendo in piedi l’Europa e sta contrastando i populismi”. Cesa ha poi centrato l’attenzione sull’attacco economico-politico che l’Ue sta subendo da Russia e Stati Uniti. “Se in questa fase così delicata l’Europa non resta unita – ha commentato l’europarlamentare – rischiamo di tornare indietro a settant’anni fa, quando i popoli europei si scontravano gli uni contro gli altri”. Cesa ha anche parlato di immigrazione, dicendo chiaramente che il fenomeno migratorio negli anni passati è stato gestito male. “Nel 2040 – ha spiegato – in Africa ci saranno 2,5 miliardi di persone, è necessario quindi elaborare un ‘piano Marshall’ per l’immigrazione altrimenti avremo un’invasione. Ciò, senza dimenticare che nel mondo vi sono attualmente 931 focolai di guerra”.
Sull’attuale quadro politico italiano, Cesa così si è espresso: “La situazione attuale non durerà e noi dobbiamo farci trovare pronti a governare il Paese, alla luce della nostra matrice cristiana, della nostra concretezza politica sempre dimostrata. Bisogna ridare speranza: questa l’unica risposta al populismo imperante”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Franco Talarico che ha ribadito: “Noi parliamo il linguaggio della verità e della responsabilità. I populisti in campagna elettorale hanno promesso di tutto, anche di uscire dall’euro. Sono stati bravi a prendere i voti ma sono incapaci a governare.
L’approccio che dobbiamo avere con l’Europa – ha asserito il segretario regionale dell’UDC – non deve essere demagogico. Per interloquire con l’Ue servono preparazione, competenza, moderazione, capacità di dialogo ai tavoli di concertazione. Qualità che il PPE sta dimostrando con la sua organizzazione presente in molti Stati dell’Unione europea che devono mantenere coesione e compattezza per far fronte agli attacchi che arrivano dalle grandi potenze come Cina, Russia e Usa”. Talarico ha poi ricordato che la Calabria è ancora ‘obiettivo1’, “ultima regione d’Europa dove i fondi Ue non si utilizzano o si spendono male, dove la sanità è ormai allo sfascio, dove vi sono situazioni d fortissima criticità in ogni ambito. Fortunatamente – ha concluso il segretario calabrese dell’UDC – l’attuale amministrazione regionale è al suo ultimo anno di governo”.
All’incontro sono intervenuti alcuni esponenti territoriali dell’UDC: Rosina Mercurio ( commissaria di Lamezia), Luca Morrone ( consigliere comunale e provinciale di Cosenza), Paola Lemma ( consigliere comunale di Delianuova e commissario provinciale di Reggio Calabria), Marco Martino ( sindaco di Capistrano e segretario nazionale dei giovani).
I rappresentanti dello Scudo crociato hanno riconosciuto l’importanza per la Calabria di avere una proficua interlocuzione con l’Europa, “unica e reale opportunità perché questa regione esca dalle secche in cui è sprofondata ormai da tempo”. Gli esponenti locali del partito hanno anche lamentato le lungaggini della burocrazia che certo non facilita la presentazione dei progetti finalizzati all’ottenimento dei fondi Ue. I rappresentanti dell’UDC lo hanno detto chiaro: “Gli iter burocratici sono troppo farraginosi e scoraggiano le amministrazioni locali a partecipare ai bandi. Tutto ciò non giova ad una regione come la Calabria che detiene il primato dei gap e dei ritardi”.