Parte l’ottava edizione de “Le Colline del Jazz”
forte, il desiderio di raccontare l’identità della terra calabra, dell’entroterra collinare che si affaccia sulle onde ioniche, che circonda i borghi storici, ma che quasi sempre resta escluso dai percorsi, gli orizzonti e la conoscenza stessa dei turisti, quando non anche dai residenti stessi, attratti in estate dai più rumorosi lungomare o dalle affollate piazze cittadine.
C’è un modo di raccontare che passa attraverso le architetture, i paesaggi, i profumi e le atmosfere, e che si ritrova, poi, a tavola, in un concentrato di sapori per il palato da deliziare, attraversando piatti e ricette che ‒ a volte in modo filologicamente tradizionale, altre in forme leggermente rivisitate ‒ appartengono alla nostra piccola storia locale e tendono a riscoprire i valori originari dei prodotti di qualità.
E, tuttavia, rifuggendo sempre dalle chiusure localistiche e dalla comunicazione diretta, il genius loci, evidente nelle tante forme dette, lo si è voluto declinare sulle note di un linguaggio internazionale e malleabile, quello del jazz.
Nasce così la rassegna Le colline del Jazz: un misto di identità locale e di arte internazionale; di calabresità condita da accenti afroamericani, in una fusione pacifica, arricchente e spontanea, quale quella che i nostri emigrati d’America hanno sempre vissuto e raccontato.
D’altra parte, il jazz ha, nel suo DNA più profondo, poiché di matrice afro-sudamericana, una mescolanza di culture, sofferenze e fatiche che ne fecero all’inizio un work song, una musica da lavoro; per questo in origine era solo vocale e incentrata su un’improvvisazione collettiva: un ritmo binario utile a scandire i movimenti degli schiavi che lavoravano nelle piantagioni di cotone o nella costruzione delle ferrovie. Non troppa distanza tra queste storie di umanità e quei nostri emigrati che, sbarcati dai bastimenti, dovevano adattarsi alla fatica di qualunque lavoro e sentivano l’esigenza di trovare conforto e sfogare la sofferenza e la nostalgia per la loro terra lontana.
Le colline del jazz, allora, sono un racconto ‒ in musica e gastronomia ‒ delle identità dei Sud e della terra.
Con un unico anno di interruzione (dovuta a lavori strutturali sulla Masseria), dal 2010, tanti artisti, voci, esperienze, competenze, incontri e confronti hanno fatto la bellezza di questa piccola rassegna di periferia, che si è avvalsa nel tempo della collaborazione organizzativa e artistica di amici, professionisti e musicisti, ai quali tutti la famiglia Mazzei vuole rivolgere un sincero ringraziamento: a Elisa Brown, innanzitutto, che ha curato la regia artistica delle ultime edizioni; a Mafalda Meduri, supporto nella comunicazione di più di una edizione; poi, nei diversi ruoli, a chi continua a seguire da vicino e attivamente l’evento: a Pietro e Giuseppe Labonia, Luca Marino, Erminia Madeo e Pino Iannini.
Questa ottava edizione che si accinge a partire si arricchisce ulteriormente di nuovi qualificati apporti artistici e professionali e di nuove idee.
Direttore artistico dell’ottava edizione de Le Colline del jazz sarà Nicola Pisani, specializzato in improvvisazione, jazz, composizione e direzione d’orchestra ma anche compositore.
«In un periodo storico in cui solo i costosissimi grandi eventi o i piccoli intrattenimenti per far cassa imperversano sul nostro territorio c’è chi, invece, crede ancora possibile che esistano musicisti e musiche, che pur non rientrando nella precedente classificazione, abbiano il diritto di espressione. E semmai offrire anche una dignità e libertà di espressione che al contempo libera l’ascoltatore offrendo a sua volta diritto e libertà di critica e giudizio.
Questa è l’arte per come la intende Alessandra Mazzei e la sua creatura di resistenza “Le Colline del Jazz” in questa ottava edizione 2018 che vedrà alternarsi, nel suggestivo scenario della “Masseria Mazzei”, tanti musicisti che della resistenza artistica hanno fatto una scelta di vita.
Personalmente non ho mai scisso il mio immaginario artistico da un coinvolgente impegno, con grandi responsabilità sociali e culturali e questo non sempre mi rende “appetibile”; trovare terreno fertile e condivisione di pensiero con la famiglia Mazzei, in un territorio complesso come la Calabria (che amo e frequento per lavoro da tantissimi anni), mi rende felice e fiducioso. L’industria culturale esiste ma bisogna intenderla come fosse una “app” creativa e non una alienante catena di montaggio e, in questo, il Jazz e la musica improvvisata può dare un valido contributo. Quindi ringrazio per la disponibilità e l’impegno i titolari di questa suggestiva Masseria, sperando che il “coraggio”, trasformandosi in sana “curiosità”, contagi un pubblico sempre più attento e numeroso». Queste le dichiarazioni di Nicola Pisani.
Sarà proprio il sax di Nicola Pisani, con Dino Massa al pianoforte e Luca Garlaschelli al contrabbasso, ad aprire questa edizione, sabato 28 luglio a Rossano, a Le Colline del Jazz. Si ricorda che è richiesta la prenotazione.