Trapianti, la denuncia di una madre: “Siamo stati abbandonati dal Comune”
È l’appello disperato di una madre, una denuncia vibrante e dal sapore amaro, questa che porta la firma di Maria Rosaria Meligeni, combattiva e coraggiosa donna residente nella popolosa frazione di Cantinella di Corigliano Calabro. Da quello che emerge dal suo racconto, contenuto in una nota a firma del giornalista Fabio Pistoia, il fu Comune di Corigliano Calabro, oggi confluito nel Comune di Corigliano Rossano, l’ha lasciata completamente sola col suo calvario.
“Negli anni – dichiara Maria Rosaria – la vita ha messo dinanzi a numerose avversità la mia famiglia, tutte molto gravi, che ho superato solo grazie alla forza di volontà e a quanti mi sono stati vicini con affetto e generosità. Mia figlia ha subito un trapianto di midollo osseo, donato da un fratello, e mio marito è stato ammalato. Da tutte le situazioni ne siamo sempre usciti comunque bene alla fine, e questo è l’importante. Oggi però sono qui a denunciare pubblicamente l’inqualificabile comportamento avuto dal Comune nei nostri confronti.
"Anche mio figlio, che ha soli 16 anni, dovrà subire un trapianto di midollo osseo, il prossimo 13 agosto, e per questo motivo è in cura da alcuni mesi presso l’Ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma, struttura notoriamente all’avanguardia in casi di questo genere. Il trapianto sarà sperimentale, la cosiddetta “terapia genica”, ossia l’inserzione di materiale genetico (DNA) all’interno delle cellule, una metodologia utilizzata al fine di poter curare delle patologie, come ad esempio le malattie genetiche”.
La signora Meligeni, nel raccontare la sua odissea personale e familiare, va direttamente al nocciolo della questione e si scaglia contro gli uffici comunali di Corigliano.
“Sia la precedente Amministrazione comunale Geraci, che l’attuale gestione commissariale, non hanno dato mai ascolto e supporto alla mia dolorosa storia. Ho chiesto in questi mesi un aiuto economico per far fronte alle ingenti spese che ho dovuto sostenere e che sto tutt’ora sostenendo, ma non c’è stato nulla da fare. Sindaco, assessori, impiegati del settore Servizi sociali, tutti – spiega Maria Rosaria – mi hanno risposto che il Comune non è nelle condizioni di affrontare alcuna spesa."
"Allora mi sono fatta forza e solo grazie alla collaborazione di amici e conoscenti ho potuto affittare per un periodo un appartamento a Roma perché si rendeva necessaria la permanenza lì, poi le spese presso una struttura ricettiva, poi ora, ridotta allo stremo e fatta presente la mia situazione odierna, impossibilitata ad affrontare in completa solitudine altre spese, ho ricevuto la disponibilità e la generosità di alcuni medici del “Bambino Gesù” e dunque adesso, che mi appresto a partire per l’ennesima volta a Roma, potrò alloggiare presso una casa-famiglia."
"Il mio è un atto d’accusa nei confronti del nostro Comune, che non sta vicino a chi soffre ed ha concretamente bisogno, non esitando ad abbandonare una famiglia onesta di questa città che aveva e ha grande necessità del sostegno delle istituzioni locali. Ho trovato ascolto e comprensione a Roma, e non nel mio comune. Non dimenticherò mai le risposte inconcludenti di alcuni ex amministratori alle mie richieste. Queste cose una mamma non può dimenticarle. La mia vicenda è lo specchio di come è ridotta oggi la nostra Corigliano, i cui governanti e preposti uffici, anziché porgere una mano a chi è in difficoltà, si girano addirittura dall’altra parte”.