Savona: convegno sulle demenze, consenso per la metodologia Teci
Cresce a livello nazionale il consenso degli esperti verso la metodologia Teci (Terapia Espressiva Corporea Integrata), per la cura ed il contenimento naturale delle demenze, ideata da Elena Sodano, presidente della Ra.Gi. Onlus e per il primo borgo calabrese “amico delle demenze”, realizzato a Cicala (Cz).
Grazie al legame instaurato tra la tra la Ra.Gi. Onlus e la Cooperativa “Cooperarci” di Savona, presieduta dalla dottoressa Laura Genco, Elena Sodano è stata tra i protagonisti più attesi del convegno “Malattia di Alzheimer al Centro Diurno a Savona”, svolto presso il Seminario Vescovile di Savona, nella giornata di sabato, 6 ottobre.
L’incontro, che ha visto relazionare illustri ospiti tra i quali anche il professor Marco Trabucchi, Direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia e Presidente dell'Associazione Italiana di Psicogeriatria, intendeva celebrare i 35 anni di attività della Cooperativa “Cooperarci” sul territorio di Savona e allo stesso tempo promuovere una nuova visione della malattia di Alzheimer e degli strumenti terapeutici per affrontarla. Questo è il percorso avviato all’interno del Centro Diurno di Savona, gestito da “Cooperarci”, attivo da 16 anni, che grazie all’apporto qualificato di uno staff di esperti guidato da Esther di Benedetto, sta tracciando un nuovo percorso nella cura della malattia di Alzheimer.
Proprio in quest’ottica s’inserisce l’interesse di “Cooperarci” verso la metodologia Teci applicata nei Centri Diurni “Spazio Al.Pa.De.” di Catanzaro e “Antonio Doria” di Cicala gestiti dall’associazione Ra.Gi.. Nello scorso mese di settembre, la dottoressa Esther Di Benedetto, responsabile delle Politiche domiciliari e coordinatrice di uno dei Centri Diurni della Cooperativa, ha fatto anche visita ai due Centri Diurni gestiti dalla Ra.Gi. per osservare più da vicino l’applicazione del metodo Teci.
A Savona, è stata raccontata l’esperienza di un percorso che ha rivoluzionato la cura delle demenze in Calabria. Elena Sodano, alla guida dell’associazione Ra.Gi. ha il merito di aver cambiato l’imprinting della cura di queste patologie in Calabria, dove, prima del metodo Teci, esso era di base farmacologico.
Il metodo Teci, nato dopo dieci anni di studi e ricerche sul campo ed accuratamente descritto nel volume “Il Corpo nella Demenza” (Maggioli Sanità, 2017), scritto dalla stessa Elena Sodano, è stato il punto di partenza di una vera e propria rivoluzione, nata in Calabria e di respiro nazionale ed internazionale, grazie alla creazione del primo borgo calabrese amico delle demenze, un progetto realizzato a Cicala, un paesino di soli 900 abitanti situato ai piedi della Sila, grazie alla collaborazione della locale amministrazione comunale guidata da Alessandro Falvo e a quella della Federazione Nazionale Alzheimer, referente italiana del progetto Dementia Friendly Community, lanciato in Europa dall’Alzheimer’s Society del Regno Unito.
Nell’ambito dell’incontro scientifico svolto a Savona è emerso che il metodo Teci può rappresentare concretamente una nuova possibilità terapeutica, l’anello che mancherebbe nelle strutture e nei centri diurni per riuscire a entrare in relazione con le persone con le demenze. Questo grazie al fatto che essa, basandosi sul risveglio delle emozioni, riesce ad attivare un ponte di comunicazione con chi ne è affetto, partendo dall’idea che, nonostante la devastazione cerebrale, i malati di demenze ci sono ancora, con il loro vissuto, le loro emozioni, nonostante una patologia che può anche diventare il punto di partenza di un nuovo percorso di vita.
Proprio questa nuova vita, che nasce dopo la diagnosi di demenza, va protetta ed incoraggiata, va condotta verso una normalizzazione, con il recupero di tutte quelle azioni e quelle abitudini proprie di una vita piena e degna di essere vissuta. Su questo si basa quello che a Savona è stato definito “modello Calabria” e che viene applicato a Cicala con la creazione del primo borgo “amico delle demenze”, un luogo dove chi soffre di demenze può ritrovare il gusto di una vita fatta di relazioni, di piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza, come andare dal panettiere, dal fioraio, comprare il giornale o fare quattro chiacchiere in piazza, al di là di ogni pregiudizio legato alla malattia.