Abolizione armi. Il filosofo Mongiardo scrive al Presidente Mattarella
Salvatore Mongiardo, filosofo di soveratese e “Scolarca della Nuova Scuola Pitagorica” di Crotone, ha recentemente scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nella lettera - un eloquente documento sulla “Giornata mondiale per la distruzione delle armi”, che si è tenuta lo scorso 10 giugno a Serra San Bruno – fa riferimento in particolare al decreto legge per l'attuazione della Direttiva Europea sulle armi, entrata in vigore in Italia a partire dal 14 settembre.
“Questo – scrive Mongiardo - ci riempie di sgomento perché quella legge facilita l'acquisto e la detenzione delle armi da parte dei privati. Difatti noi, come Nuova Scuola Pitagorica, abbiamo deciso da tempo di celebrare il 10 giugno di ogni anno la Giornata Mondiale per la distruzione di tutte le armi, sia quelle di guerra sia quelle detenute dai privati”.
“Ispirandosi ai principi di Pitagora – prosegue - abbiamo riaperto due anni fa la sua Scuola dopo più di venti secoli di chiusura, e intendiamo creare un movimento che vinca il più antico male dell'umanità: la violenza e le guerre. Tutte le guerre sono fatte con le armi e senza armi nessuna guerra è possibile. La guerra, che oggi può essere combattuta con armi di potenza inaudita, secondo Pitagora nasce proprio dalle armi dei cacciatori. Difatti il Filosofo evitava di frequentare cacciatori e macellai e affermava: ‘La pace è una consuetudine che nasce dal rispetto degli animali. Se non osi uccidere l'animale, mai ucciderai un uomo”.
Mongiardo ricorda come oggi l'Europa “dovrebbe unirci tutti nella pace e nell'armonia, ci porta verso la proliferazione delle armi inseguendo il pericoloso modello degli Stati Uniti. Lei viene dalla Sicilia, dove proprio a Messina, sotto l'illuminata regia del Ministro Gaetano Martino, si tenne nel 1955 la Conferenza con i Padri Fondatori della Comunità Europea. Noi vogliamo riprendere in mano quel nobile ideale ed eliminare le armi dall'Europa e dal mondo!”
Poi l’appello al Presidente della Repubblica: “noi – afferma il filosofo - ci attendiamo che Lei dia preziose indicazioni all'Unione Europea, all'Italia e a noi stessi per ben operare affinché le armi diventino un brutto ricordo del passato. Recentemente Lei ha affermato che nessuno può porsi sopra le leggi dello Stato, il che è indubbiamente corretto. La legge e la legalità nascono, però, da un meccanismo politico, e nessuna legge di nessuno Stato può essere superiore o in contrasto con la Legge Etica o Morale proclamata da Pitagora e da altri grandi della storia fino a Kant”.
“È diritto intoccabile di ogni persona – prosegue - vivere in pace e nell'abbondanza: le enormi risorse finanziarie, finora assorbite dalle armi, dovrebbero essere date ai popoli per vivere senza affanno e poter così sviluppare le proprie capacità. Dalla Calabria, dove l'Italia è nata ispirandosi ai cinque principi di libertà, amicizia, comunità di vita e di beni, dignità della donna e vegetarismo, Le giunga il nostro più cordiale e antico saluto di evviva: Evoe'”, conclude Mongiardo.