Paura a nord di Reggio Emilia: latitante di Rosarno prende in ostaggio direttrice e dipendenti delle poste

Reggio Calabria Cronaca
Foto tratta da Il Messaggero.it

Tanta ansia e paura a nord di Reggio Emilia dove dalle 9 di stamattina un 55enne originario di Rosarno, Francesco Amato, si è barricato nell’ufficio postale di Pieve Modolena ed ha preso in ostaggio direttrice e 4 dipendenti.

L’uomo, latitante da qualche giorno dopo essere stato condannato a 19 anni di carcere per estorsioni nell’ambito dell’inchiesta Aemilia (LEGGI QUI), è entrato nell’ufficio armato di un coltello da cucina lungo una trentina di centimetri e dopo aver reso palese di essere un condannato ha fatto uscire i clienti tenendo il personale sotto minaccia.

Sul posto le forze dell'ordine che hanno chiuso le strade e hanno avviato trattative.

La richiesta di Amato è stata da subito quella di poter parlare col ministro della difesa Trenta e con quello dell’interno Salvini.

Uno degli ostaggi è stato liberato a metà mattinata. Si tratta di una donna, Annalisa Coluzzo, 54 anni che aveva accusato un malore ed è stata fatta uscire per essere soccorsa.

Da quanto si apprende l’uomo era conosciuto bene dai dipendenti delle poste poiché cliente da molti anni. A renderlo inconfondibile anche una particolare disabilità ad una mano.

Fuori dall'edificio anche il fratello di Amato che assiste alle trattative e che definisce il gesto: "un'azione dimostrativa contro una condanna ingiusta".

“Ha fatto questo solo per chiedere giustizia, non per far male alle persone, per vedere se gli danno una condanna diversa: così un cognato e una nipote di Francesco Amato giunti davanti all'ufficio postale di Pieve Modolana, nel Reggiano, dove l'uomo - condannato a 19 anni e un mese per associazione mafiosa nel processo Aemilia - sta ancora tenendo in ostaggio 4 donne, tra cui la direttrice.

Il fratello dell'uomo, fuori dall’edificio, starebbe collaborando con le forze dell'ordine per instaurare con lui un colloquio e farlo ragionare. Secondo i parenti, quella di Amato sarebbe una protesta plateale contro una condanna pesante che ritiene ingiusta. “Vuole solo diminuita la pena - ha spiegato ancora il cognato - avere 19 anni sulle spalle una persona che non ha fatto nulla, fa bollire il sangue”.

Francesco Amato, nato a Rosarno il 27 febbraio del 1963, ma da molti anni risiede a Reggio Emilia, è stato ritenuto partecipe dell'associazione che fa capo al boss Nicolino Grande Aracri. In passato, peraltro, era incappato in analoghe inchieste giudiziarie contro la 'ndrangheta cutrese in Emilia, come quelle denominate "Grande Drago" e "Edilpiovra". Insieme ad altri suoi congiunti, tutti originari del reggino, Amato aveva costituito un sodalizio – scrive l’Agi - che veniva considerato il braccio armato della cosca Grande Aracri.

A dare l’allarme ai carabinieri questa mattina la figlia della direttrice: secondo quanto raccontato dalla ragazza, 22 anni, si era recata nell'ufficio per portare un pacco alla mamma, quando l'uomo ha fatto irruzione, gridando "vi ammazzo tutti". Lei poi è riuscita a scappare: "Aveva in mano un coltello e lo puntava alle persone", ha raccontato ancora la ragazza, che ha concluso "voglio sapere se mia mamma sta bene, voglio che esca". Sul posto, oltre a una massiccia presenza delle forze dell'ordine, ci sono anche il sindaco di Reggio Emilia, Prefetto e Questore.

“Ha un coltello in mano, però è tranquillo. Io dichiarazioni non potrei neanche farne. Siamo chiusi qua, Amato vuole parlare con Salvini. Sì, lo vedo, sono all'interno e sta parlando con i carabinieri che sono fuori, ogni tanto parla con noi". Lo ha affermato uno degli ostaggi chiusi nell'ufficio postale del reggiano, sentito dal Gr1. "C'è poco da dire, il signore è qua da parecchie ore e vuole rivendicare e parlare con Salvini. Ha detto che se apriamo la porta qualcuno farà una brutta fine e quindi siamo trincerati dentro".

GLI OSTAGGI SONO ANCORA 4 | Chiede di parlare con Salvini, parla con i carabinieri e con gli ostaggi, e si aggira con il coltello in mano, il tutto in una apparente tranquillità. Sarebbe questa, a sei ore dall'irruzione, la situazione nell'ufficio postale di Pieve Modolena, nel reggiano, dove Francesco Amato tiene ancora in ostaggio 4 persone, tra cui la direttrice dell'ufficio postale, dopo la liberazione di una cassiera in seguito a un malore. Intanto sul posto sarebbe pronto ad intervenire, all'occorrenza, anche un reparto speciale dei carabinieri del Gis.

OSTAGGI LIBERI | Sono stati liberati i 4 ostaggi tenuti nell’ufficio postale di Pieve sotto la minaccia di un coltello da Francesco Amato. L’uomo, destinatario di una condanna a 19 anni, è stato catturato dalle forze dell'ordine.

(ultimo aggiornamento h 16:47)