Sopralluogo di Usb alla Sieco: “altissimo il rischio di sicurezza per i lavoratori”
“I rappresentati della Usb hanno visitato il luogo di lavoro della Sieco, via Magna Grecia, dove centinaia di lavoratori prestano servizio, la prima cosa che balza agli occhi sono le norme di sicurezza inesistenti, lavoratori che prestano l’opera dentro un capannone alto dieci metri, porte aperte alle intemperie, una officina arronzata alla meno peggio con lavoratori senza protezioni, automezzi fatiscenti e non ammissibili per la circolazione sulle strade. E ancora spazzatura, senza alcun processo di lavorazione viene lasciata sotto le intemperie a scolare nel piazzale dove i lavoratori prestano la loro opera, in un capannone con tettoie di amianto pericolosissimo”.
A tuonare è Usb Catanzaro, per le condizioni di lavoro giunte ormai a limite della dignità umana: “ma ce di più, i lavoratori sono tardivamente pagati con aggravio di spese a carico loro per morosità verso i loro debitori e mancanza di pagamento del fondo previdenziale. Come Usb, prima ancora di individuare la responsabilità penale diretta del datore di lavoro e soggetti assimilati, - crediamo che le condizioni perché ciò avvenga, oggi, ci sono tutte, ora si tratta di intraprendere la giusta lotta perché siamo certi che la nostra cara amministrazione comunale e la Sieco metteranno il prosciutto sulle orecchie pur di non sentire le nostre rivendicazioni, e portarla avanti sino a quando non decideranno di ridare dignità lavorativa a questi lavoratori”.
“Non possiamo permette che i lavoratori continuano a lavorare in situazioni di estrema precarietà normativa ed economica, che è deleteria per la stessa qualità del servizio dobbiamo costruire un percorso che migliori la loro situazione economica–contrattuale che sinora, è stata indegna per chi, con il proprio lavoro, cerca di dare una esistenza decorosa e dignitosa alla propria famiglia”.
“La Usb crede che sia arrivato il momento di un confronto serio e porre in essere tutte le condizioni per migliorare il servizio che non può prescindere dal regolarizzare i lavoratori, e metterli nelle condizioni di non rischiare la propria salute”.