Caporalato, controlli disposti dal prefetto nel reggino
Nell’ambito di una più ampia strategia elaborata in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, sono state effettuate nella giornata di ieri mirate attività di polizia finalizzate al contrasto del fenomeno del “caporalato” mediante controlli interforze, che hanno visto la sinergica collaborazione del personale della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di P.S. di Bovalino, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dell’Ispettorato del Lavoro e della Polizia Provinciale.
I servizi, finalizzati ad accertare l’impiego di manodopera di lavoratori “in nero” da parte delle aziende agricole operanti nel settore ortofrutticolo, della coltivazione e della raccolta degli agrumi, con l’obiettivo di verificare e controllare che non si realizzino situazioni di illegalità e sfruttamento dei lavoratori costretti in precarie situazioni igienico-sanitarie e con modalità di impiego difformi dalle normative vigenti.
Nello specifico, sono state controllate un’azienda agricola con sede a Ciminà e due aziende agricole con sede a Platì, a tutte è stata contestata la mancata comunicazione preventiva dell’uso agronomico degli affluenti di allevamento e l’illecito smaltimento di rifiuti.
I dispositivi di intervento hanno consentito, dal febbraio 2015 ad oggi, di contestare sanzioni amministrative per un importo complessivo di 3.410.207,58 euro in materia di violazioni della normativa sul lavoro, di controllare 837 aziende, di deferire all’Autorità Giudiziaria 63 persone e di effettuare 2.542 perquisizioni personali.